Apocalypse Wow!
di Stefano Tesk Rosa I fratelli Chapman, Jake (1966) e Dinos (1962), appartengono alla generazione di artisti inglesi lanciata a livello planetario con la celebre mostra SENSATION del 1997 alla Royal Academy of Art e che raggruppava parte della collezione privata del pubblicitario Charles Saatchi. Quest’ultimo capì prima di altri, addetti ai lavori, che ormai lo shock doveva far parte dei materiali artistici a disposizione degli...
La rivincita estetica di Mr. Merrick
di Stefano Tesk Rosa “Sento che stiamo cominciando una straordinaria rivoluzione nel modo in cui gli esseri umani vedono se stessi. La convergenza tra le rapide evoluzioni nella biotecnologia e nella scienza dei computer e la rimessa in discussione dei ruoli sociali e sessuali tradizionali potrebbe condurre a una nuova definizione della vita umana.” Così nel 1992 il curatore Jeffrey Deitch inaugurava POST-HUMAN, collettiva d’arte...

Armi di distrazione di massa
di Stefano Tesk Rosa La Street art è un virus irriverente ed anarcoide, sintomo di una malattia radicata e strutturata tra gli interstizi urbani lasciati liberi dalle leggi di mercato e dalle regole della società delle immagini. Essa si nutre della noia e del grigiore che Moloch offre, fondendosi con esso in una sensuale e caustica rivoluzione estetica, alimentata da generazioni di artisti che non proviene dalle accademie o dalle...

Happylessia
di Stefano Tesk Rosa Happiness (1998) di Todd Solondz non è una “soap–opera” sull’infelicità, bensì una infelice recita sulla felicità. Un abrasivo detergente intimo con il quale ripulire le bocche al botulino dell’American Way of Life. Le relazioni personali sono estorsioni morali condivise ed accettate in un masturbatorio corto circuito emozionale e dalle quali non v’è via d’uscita, se non nella perseveranza perpetua. Le menzogne...

Catastrofe catodica collettiva
di Stefano Tesk Rosa The Atrocity Exhibition è l’esperimento di Weiss nel trasporre cinematograficamente il condensato e sperimentale romanzo di J.G. Ballard del 1970. Lo zoom del regista ingrandisce morbosamente i concetti Ballardiani fino a sfuocarne i contorni, sospendendone il tempo in una fluttuante realtà completamente appiattita nella sua profondità. La relazione con un immaginario mediatico ha sovrapposto e intersecato i piani...