La matrigna ha tentato di avvelenarla, ma Biancaneve si è salvata grazie alla magnanimità del principe. La perfida matrigna è stata fermata con l’accusa di tentato omicidio.
Una quarantaduenne di Picco della Roccia, Regina Grimilde, è stata arrestata con l’accusa di tentato omicidio per aver intossicato la figliastra con una mela velenosa. La ragazza è ora fuori pericolo e sta bene, mentre la donna si trova in carcere a Roccia, arrestata dalla squadra mobile della questura di Roccia, su richiesta del PM.
Il fatto senza precedenti, che presenta ancora molti punti oscuri, è avvenuto nei giorni scorsi presso la minuscola abitazione di sette nani, ma soltanto oggi se ne è avuta notizia.
Secondo la testimonianza di Dotto – uno dei piccoletti che da qualche settimana offriva ospitalità alla giovane – durante una lunga cavalcata nel bosco, il principe (di cui non è stato ancora reso il nome) ha notato la casetta fatta di mattoni sulla cima del monte. “Ha preso informazioni in giro, e qualcuno gli ha detto che in una piccola baita abitata da sette omini era possibile pernottare per la notte”, ha dichiarato il più erudito dei nani. “Io però gli ho subito precisato che ci era appena capitato un grosso problema: una ragazza che ospitavamo in casa da diversi giorni sembrava essere morta in circostanze misteriose. Così, lui non si è perso di coraggio e, smontato da cavallo, si è precipitato a vedere la bara di cristallo in cui avevamo adagiato Biancaneve.”
Un cacciatore che abita nei dintorni del castello, un uomo dalla barba incolta e una giacca di velluto molto consunta, ha sostenuto che la causa dell’avvelenamento va ricondotta a un episodio avvenuto durante l’infanzia di Biancaneve. Il padre della ragazza, a un anno di distanza dalla morte della prima moglie, avvenuta per delle complicazioni post parto, convolò a nozze con Grimilde; una donna bella, ma molto orgogliosa: non aveva mai potuto tollerare che qualcuno la superasse in bellezza. Aveva fatto installare nella Sala del Trono un grosso specchio ovale e, ogni qualvolta vi si rifletteva, domandava: Specchio fatato, in questo castello, hai forse visto aspetto più bello? E lo specchio rispondeva: È il tuo, Regina, di tutte il più bello! Ed ella era molto contenta perché sapeva che lo specchio diceva sempre la verità. Ma, intanto, Biancaneve cresceva e diventava sempre più bella; già all’età di sette anni era incantevole come la luce del sole e superava di gran lunga la bellezza della stessa Grimilde. “In un’altra occasione che ebbe per interrogarlo a proposito del suo aspetto”, ha dichiarato il cacciatore “lo specchio rispose che all’interno del castello l’aspetto della regina era bello, ma Biancaneve, con quei magnifici capelli corvini, era molto più bella di lei! Così, un bel giorno, la donna mi chiese se avessi condotto la figliastra nella foresta selvaggia. Se l’avessi uccisa mi avrebbe dato diecimila euro. Come prova dell’omicidio voleva che le portassi i polmoni e il fegato della ragazza. Certo, attualmente non navigo in buone acque, ma io non sarei mai stato in grado di uccidere un essere umano in cambio di soldi; così alla Regina portai come prova dell’assassinio i polmoni e il fegato di un piccolo cinghiale a cui sparai in una radura.”
Le manette sono scattate lo scorso 12 dicembre dopo una lunga serie di indagini che sono state spiegate dal capo della Squadra Mobile di Roccia. La vittima dell’avvelenamento è Biancaneve, una ragazza dall’apparente età di venti-ventidue anni, trasportata nei giorni scorsi all’Ospedale Brüder Grimm di Roccia Bassa in ambulanza. Quando è arrivata al pronto soccorso non era più cosciente, i medici hanno subito rilevato sintomi piuttosto gravi, disponendo una serie di esami urgenti. Nel giro di poche ore, mentre la paziente era intubata e assistita, le analisi del sangue hanno dato un responso molto sospetto: alta concentrazione di arsenico. I dottori l’hanno salvata con una soluzione a base di ipecacuana.
La regina, dalle indagini effettuate, camuffata da vecchia merciaia avrebbe dapprima tentato di mozzarle il respiro tramite una stringa; poi, assunte le sembianze di una povera vecchia indifesa avrebbe rifilato a Biancaneve un pettine avvelenato e infine con la mela imbottita di arsenico è riuscita nella sua macabra impresa. Regina Grimilde ha 42 anni: nata a Gola di Rocca, si era trasferita a Picco subito dopo essere convolata a nozze con il re del castello; ha lavorato per diversi anni come ricercatrice presso l’IFC-CNR di Bassa prima che scattasse la richiesta di licenziamento per una forma molto grave di cacofobia.
Secondo alcune fonti, il principe avrebbe manifestato l’intenzione di sposare Biancaneve o addirittura l’avrebbe già sposata nella cappella del suo castello. Raggiunto per telefono, il giovane principe ha ribadito: “No comment”, limitandosi ad aggiungere che lui e Biancaneve sono soltanto buoni amici.
Non mancano i punti interrogativi. Come mai quando la giovane è stata dimessa dall’Ospedale si è trasferita subito col principe nella sua sontuosa residenza? E perché la perfida matrigna ha ricevuto, tra la copiosa corrispondenza di ammiratori, un biglietto di invito alle nozze del castello? Sono domande per ora senza risposta.