invia il tuo racconto inedito

Loneliness

Staged photography [def. da treccani.it] è l’espressione che contempla molteplici sfumature – «fotografia allestita», «preparata», «messa in scena» – e identifica una serie di strategie estetiche affermatesi nell’ambito della produzione artistica, nella moda e nella pubblicità, tra la seconda metà del Novecento e l’inizio del nuovo millennio. I suoi primi esponenti hanno indagato, in forme molto diverse e talvolta autobiografiche, le potenzialità narrative e illusionistiche della fotografia.

8 We are a couple

Andreas Müller-Pohle, figura chiave impegnata nella fotografia dalla metà degli anni ‘70, ha dichiarato, riguardo la stage photography, che «qualsiasi fotografia è sempre costruita, attesa, provocata, negoziata, inscenata, ecc.), cosicché occorre anzitutto riflettere sul significato di una simile definizione. Essa in effetti non sta a indicare una modalità uniforme nel tempo e descrivibile in base alla tipologia di rappresentazioni prodotte (come accade in altri generi fotografici storici, come il ritratto o lo still life), bensì un modo di relazionarsi del fotografo rispetto al visibile, inteso come luogo di elaborazione dell’illusione, dell’artificio, della fabula, piuttosto che come qualcosa di “oggettivamente” registrabile attraverso il mezzo tecnico».

È un’illusione che prende forma, un quadro nel quadro, è l’invenzione di una storia forse ispirata alla vita reale o molto più probabilmente frutto di una fantasia.

Le fotografie di stage sono il passaggio successivo a forme d’arte “primordiali” come i tableux vivants che divennero celebri nel XIX sec. e che altro non sono che una messa in scena interpretata da attori che – immobili – “disegnano” e “immortalano” in uno spazio composizioni pittoriche in maniera performativa e, sicuramente, innovativa per quel secolo. Inoltre, sono continui anche i richiami che questo stile fotografico ha con l’industria cinematografica e più in generale con l’arte contemporanea. Prendiamo ad esempio i “fermi immagine”, frame estrapolati da ogni genere di multimedia, che riutilizzati spesso in opere di arte contemporanea (fotografiche e non), assumono nuova identità con una cifra stilistica ben precisa per forma e linguaggio artistico.

Probabilmente, è la necessità di evadere e di trovare una via di fuga che spinge il fotografo a percorrere la strada di una narrazione visiva differente così che possa allontanarsi e respingere la routine. E quando si parla di routine, purtroppo, a volte si parla anche di rapporti di coppia sulla strada del deterioramento.
Prendiamo in esame il lavoro di un giovane fotografo, Giovanni Chianese, e del suo progetto “Loneliness”.

Il tema trattato dall’autore rappresenta, secondo una personalissima visione, un problema che affligge molti individui oggi: l’isolamento e la solitudine di due persone che, pur stando insieme, vivono la propria vita come singolo e non più come parte componente di una coppia.
L’avvento della tecnologia, il dilagante uso dei social network e del web ci “costringono” a vivere in celle d’isolamento che, seppur metaforiche ed apparentemente invisibili, creano un vero e proprio muro tra gli individui. Lo spasmodico uso degli smartphone, dei computer e l’impellente voglia di condividere con gli altri i propri ricordi (fittizi?), trasforma ognuno di noi in persone sole nella vita reale.
In “Loneliness” la solitudine è vista come un male, uno stato mentale e non una condizione sociale.


Giovanni Chianese ha voluto enfatizzare ciò che si può considerare un vero e proprio dramma della società moderna, ma con sottile ironia sottolineandone alcuni stereotipi sia dell’uomo che della donna in un contesto assolutamente privo di identità.
La finzione è accentuata dall’uso di colori surreali, marcati da momenti di vita di coppia privi di sentimenti positivi e carichi di insoddisfazione e frustrazione. Gli interni della location appaiono come lande desolate, i caratteri e l’anima dei due protagonisti sono paragonabili alla freddezza di un file digitale. Appare una certa trascuratezza degli ambienti e nell’estetica delle persone ritratte, poco amore per se stessi e il ricordo lontano di una vita di condivisione e intimità.
Vani i tentativi di approccio tra i due che rafforzano ulteriormente questa sensazione di ‘fine’ in un turbinio di emozioni mancate e dimenticate.
Le fotografie di Giovanni Chianese ci invitano a riflettere sul valore dei rapporti e, attraverso una interpretazione negativa degli stessi, ci invogliano a sfuggire dalla solitudine per cercare e ritrovare l’essenza persa di un amore e di una vita reale.

BIOGRAFIA
Giovanni Chianese è nato a Napoli nel ‘76 ed è un giovane fotografo appassionato di viaggi. Si innamora della fotografia grazie ad una giovane fotografa conosciuta durante uno di questi. La voglia continua di imparare e di migliorare la sua sensibilità fotografica lo porta a frequentare diversi workshop alcuni dei quali tenuti da fotografi di fama internazionale come Richard Tuschman e Robert Herman. Nel 2014 ha partecipato alla mostra collettiva Contaminazioni organizzata a Napoli dall’Associazione Flegrea Photo. Nel 2015 espone a Trieste come finalista per il premio Internazionale di Arte Contemporanea Lynx. Dopo l’incontro con Richard Tuschman, inizia a lavorare al progetto fotografico Loneliness attualmente pubblicato su Lensculture e con uno degli scatti rientra tra le top-rated della sezione ‘Visual Storytelling’. A dicembre 2015 ha terminato il progetto London Tourist. A maggio 2016 esporrà al London Photo Festival.

Roberta Fuorvia

Author: Alieni Metropolitani

Gli Alieni Metropolitani non cercano soluzioni. A volte ne trovano… é irrilevante. Appartengono alla Società e con sguardo consapevole ne colgono l’inconsistenza. Non sono accomunati da ideologia, religione o stile di vita ma da una medesima percezione del mondo. Accettano i riti della vita, riuscendone a provare imbarazzo. Scrivere! Una reazione creativa alla sterile inconsistenza del mondo.

Share This Post On
  • Google

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *