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Sottomissione – Michel Houellebecq

2022. Francia. Parigi.

10999918_10206699130699911_2316956536380699118_oFrancois, quarantenne docente di letteratura del XIX secolo alla Sorbona, nutre una vera e propria ossessione per lo scrittore simbolista Joris-Karl Huysmans. Le loro biografie sembrano correre parallele con uno scarto temporale di centotrent’anni; tuttavia le motivazioni che sono alla base delle loro tormentate esistenze riassumono la crisi di valori e di certezze che portarono alla nascita del Nichilismo ed al suo futuro superamento.

Incapace di una relazione stabile, il protagonista del romanzo si arrende giornalmente al rasoio della normalità, quest’ultima intervallata solamente da sesso a pagamento, cibi precotti e dibattiti politici in televisione.

Inerme, assiste con puntualità al deterioramento accettabile della sua condizione privilegiata di depresso benestante. Prodotto dell’individualismo liberale più sfrenato, il cittadino del futuro è per Houellebecq una cellula sterile di un organismo in decomposizione. L’assenza di certezze, anzi la mancanza sistematica di valori, nell’ Europa disgregata ed alienante, favorisce l’ascesa politica della Fratellanza Islamica che unita sotto un unico credo, automaticamente colma il vuoto lasciato dalla sperimentazione laica e dall’incessante ed Occidentale sgretolamento demografico.

Mohammed Ben Abbes neoeletto presidente francese è la punta di un iceberg che non si scioglie, bensì agglomera infedeli disposti a convertirsi. La nuova vita di Francois partirà proprio dalla sua conversione all’Islam così come successe a Huysmans nel 1892 e di cui Barbey d’Aurevilly scrisse: “…ad uno scrittore così non resta che scegliere tra un colpo di rivoltella o la Croce.”

Troppo codardi per il suicidio. Troppo cerebrali per l’ateismo.

Author: Stefano Tesk Rosa

“Adoro il Cinema, i Libri e l’Arte Contemporanea, soprattutto quando riescono a comunicare l’inesplicabile. Attratto dalla zona d’intersezione tra l’Arte ed il Crimine ed i processi mentali che l’alimentano, mi occupo di Graffiti-Writing e Street Art sia come artista che come critico, curando in maniera indipendente mostre a tema.“Adoro il Cinema, i Libri e l’Arte Contemporanea, soprattutto quando riescono a comunicare l’inesplicabile. Attratto dalla zona d’intersezione tra l’Arte ed il Crimine ed i processi mentali che l’alimentano, mi occupo di Graffiti-Writing e Street Art sia come artista che come critico, curando in maniera indipendente mostre a tema".

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3 Comments

  1. Il libro inizia con il solito stile brillante e gli spunti tratti dall’opera di Huysman sono davvero godibili. Houllebecq rivela di essere in pieno possesso delle sue qualità oratorie fino al quinto-sesto capitolo. Devo dire che ho trovato la polemica con l’Islam stucchevole e superficiale, però fa più pubblicità parlare di questo che di tematiche post-moderne.

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  2. Ciao Edoardo, non penso che Houellebecq abbia bisogno di pubblicità, essendo già tradotto in più di venti lingue. Per quanto riguarda invece le tematiche che reputi post-moderne, sarei curioso di leggere un tuo commento a riguardo.

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  3. Post-moderno vuol dire prendere dal passato il senso della Storia e proporne un messaggio a livello di sintesi. Houellebecq cita Rimbaud, Mallarmé, Baudelaire, ma è egli stesso un ottimo poeta, un costruttore esperto del verso, capace di suggerire ampi scenari e forti sensazioni con un buon uso delle pause e del simbolismo. La descrizione di Parigi è legata ai movimenti studenteschi che organizzano cortei, ma rimane uno studio topologico legato ad esperienze personali, come poteva essere dedotto anche dai suoi libri precedenti. Non credo nel suo presunto anti-Islamismo, che ha aspetti così volutamente grotteschi da essere paragonabili al finale da fantascienza di “La possibilità di un’isola”.

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