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Controcorrente (A Rebours) J.K. Huysmans

Scritto nel 1884, Controcorrente, rappresenta ancora oggi l’opera letteraria più rappresentativa di quel periodo storico che vide l’Occidente civilizzato scoprire il proprio subconscio.

Edvard Munch, pochi anni più tardi, congelerà, nella sua più famosa tela, titolata L’Urlo, la stessa angoscia universale che Huysmans farà provare al suo protagonista, Jean Floressas Des Esseintes.

Archetipo del dandy decadente ed alter ego dell’autore, Des Esseintes è un esteta misantropo che prova disgusto per la realtà:

D’altra parte la musica profana è un’arte promiscua quando non la si può leggere da soli in casa propria come si legge un libro. Per ascoltarla sarebbe stato necessario mischiarsi a quell’invariabile pubblico che si affolla nei teatri e prende d’assalto quel Cirque d’Hiver dove, sotto un sole obliquo, in un’atmosfera da lavatoio, si può vedere un tale dall’aspetto da macellaio che sembra sbattere nell’aria un’ immensa maionese massacrando episodi staccati di Wagner con gran gioia di una folla incosciente.”

Il protagonista si trova costretto dunque a rifugiarsi in paradisi artificiali posti nell’aldilà dell’arte e nei quali perdersi all’infinito in spossanti elucubrazioni. Nella testa di Des Esseintes si apre una caleidoscopica Wunderkammer; un gabinetto delle curiosità, un assemblaggio di minuziosi ricordi amplificati dai sensi che danno vita all’ allucinazione necessaria a sostituire la realtà con il proprio simulacro:

Là, facendo salare l’acqua della propria vasca versandovi, secondo la formula del codex farmaceutico, del solfato di sodio, del cloridrato di magnesia e della calce; togliendo da una scatola accuratamente chiusa con un coperchio a vite, un gomitolo di spago o un pezzetto di gomena cercati appositamente in una di quelle grandi corderie i cui vasti magazzini e le cui cantine esalano odori di marina e di porto; aspirando l’odore che quello spago o quel pezzetto di gomena devono conservare; consultando un’esatta fotografia dello stabilimento balneare prescelto e leggendo intensamente la guida Joanne che descrive le bellezze della spiaggia in cui si vorrebbe essere; lasciandosi infine cullare, nella vasca, dalle onde sollevate dai battelli che passano rasente il pontone dei bagni e ascoltando il rumore del vento sotto gli archi e il sordo scarrucolio degli omnibus che passano poco sopra le nostre teste, sul ponte Reale, l’illusione del mare è innegabile, imperiosa, sicura.”

Barricato in una tenuta di campagna alle porte di Parigi, Des Esseintes addestra i domestici a rendersi invisibili alla sua vista, spianandosi così la strada ad un’aristocratica clausura incorniciata dal proprio manierismo.

Il ritmo del romanzo è quello dalla nevrosi incessante, attenuata solo da tonici, corroboranti, bagni onirici nella piscina privata dell’artificio, come premeditate astrazioni dalla tortura del presente. La stessa incompatibilità all’esistenza registrata da Sartre in “La Nausea” e dello “Spleen di Parigi” di Baudelaire.

Controcorrente chiude questa ipotetica triangolazione simbolica con una passeggiata sonnambula, nella quale, seppur rallentati dalla viscosità della materia nera nella quale siamo immersi, non ci resta che respirare il fresco germogliare delle idee.

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immagine di copertina: “Anxiety”, Edvard Munch

Author: Stefano Tesk Rosa

“Adoro il Cinema, i Libri e l’Arte Contemporanea, soprattutto quando riescono a comunicare l’inesplicabile. Attratto dalla zona d’intersezione tra l’Arte ed il Crimine ed i processi mentali che l’alimentano, mi occupo di Graffiti-Writing e Street Art sia come artista che come critico, curando in maniera indipendente mostre a tema.“Adoro il Cinema, i Libri e l’Arte Contemporanea, soprattutto quando riescono a comunicare l’inesplicabile. Attratto dalla zona d’intersezione tra l’Arte ed il Crimine ed i processi mentali che l’alimentano, mi occupo di Graffiti-Writing e Street Art sia come artista che come critico, curando in maniera indipendente mostre a tema".

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