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L’Assassinio come una delle Belle Arti – Thomas De Quincey

Ammirato da Baudelaire e Poe ed inserito da André Breton nella sua Antologia dello humour nero, Thomas De Quincey è lo scrittore e giornalista inglese che meglio ha saputo anticipare, attraverso la sua opera, quella successiva crisi di valori che porterà alla nascita, sia dell’antieroe nella letteratura vittoriana, che alla corrente letteraria del Decadentismo.

Schiavo dell’oppio e dedito ad una vita dissoluta, lo scrittore redige una prima stesura dell’Assassinio come una delle Belle Arti nel 1827 utilizzando l’espediente letterario del manoscritto ritrovato ed attraverso il quale si rende portavoce di una lezione di Estetica applicata all’omicidio:

A meno d’essere in stato comatoso, credo che si vedrà che un dato assassinio è migliore o peggiore di un altro, dal punto di vista del buon gusto. Gli assassinii, come le statue, i quadri, gli oratorii, i cammei, gli intagli e altro ancora, hanno le loro piccole differenze.”

Questo libro, letto come un’evasione umoristica, cela in realtà una ossessiva pulsione all’indagine che lo scrittore nutre nei confronti dell’omicidio. Profiler ante litteram De Quincey sospende il giudizio morale favorendo interpretazioni squisitamente estetiche circa la grossolanità nella scelta della pietra che Caino usò per uccidere il fratello ed etichettata dallo scrittore stesso come primitivo rimando ad un mondo polifemico, senza scienza e senza premeditazione.

Seguono assassinii di uomini di Stato che non eccitano abbastanza l’autore quanto i filosofi ed il “lavoro” di Williams descritto come sublime ed eccellente a tal punto da scrivere: “…sembra implicare che lo splendore del suo genio abbagliasse persino l’occhio della giustizia criminale.”

I parallelismi con la pittura si sprecano ed il vocabolario che lo scrittore utilizza è proprio della critica d’arte: “…e mentre il pittore ritrattista deve spesso lamentarsi dell’assopimento del suo soggetto, l’artista del nostro genere invece è spesso imbarazzato da un eccesso di movimento.

Lo straniamento perturbante che produce questo libro è sublime nell’accezione romantica del termine. Come davanti ad un quadro di Caspar David Friedrich o William Turner siamo sovrastati dall’orrendo che affascina; un sentimento negativo che si sovrappone alla gioia di uno scampato pericolo dal fascino decadente.

Nel 1839, l’autore, aggiunge alla precedente memoria un’ ulteriore parte che comporrà definitivamente l’Assassinio come una delle Belle Arti, così come viene ristampato oggi. Poche pagine che non aggiungono nulla alle precedenti, ma ribadiscono come Thomas De Quincey; oppiomane, perennemente in fuga dai creditori ed incapace ad adattarsi alla vita familiare, abbia anticipato, attraverso il suo intuito e la sua arte, gli efferati omicidi di Jack lo Squartatore e tutta la paraletteratura che questi ultimi, produrranno in seguito.

Author: Stefano Tesk Rosa

“Adoro il Cinema, i Libri e l’Arte Contemporanea, soprattutto quando riescono a comunicare l’inesplicabile. Attratto dalla zona d’intersezione tra l’Arte ed il Crimine ed i processi mentali che l’alimentano, mi occupo di Graffiti-Writing e Street Art sia come artista che come critico, curando in maniera indipendente mostre a tema.“Adoro il Cinema, i Libri e l’Arte Contemporanea, soprattutto quando riescono a comunicare l’inesplicabile. Attratto dalla zona d’intersezione tra l’Arte ed il Crimine ed i processi mentali che l’alimentano, mi occupo di Graffiti-Writing e Street Art sia come artista che come critico, curando in maniera indipendente mostre a tema".

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