di Roberta Fuorvia
Paesaggi fatati e uomini con bombetta. Foreste incantate e bambini che giocano con la natura. Caverne, gilet e lunghissime distese di pace e quiete. Con maestria, saggezza ed un’accurata attenzione al dettaglio, le “Rinascite” di Olmo Amato restituiscono vita ad alcuni personaggi di fotografie risalenti agli inizi del ‘900 e trasportati nei giorni nostri attraverso la sua macchina del tempo: un’equilibrata fusion tra antico e contemporaneo.
La fotografia di paesaggio in bianco e nero assume così un valore totalmente nuovo, distaccando-si da una scontata visione da fotografo vedutista.
Ammirare magnifici luoghi come Norvegia, Finlandia, Germania, Scozia e Italia diventa un unico e vero piacere; paesaggi avvolti da un fascino etereo ed immortale.
Eterni diventano anche i soggetti delle fotografie che “strappati” al loro passato, rinascono con una nuova identità in queste immagini senza tempo.
Ed è grazie all’apertura dell’archivio americano “Library of Congress” che le visioni fotografiche dell’autore prendono vita con l’avvento del digitale e l’ausilio delle nuove tecnologie.
I soggetti delle vecchie fotografie dell’archivio sembrano personaggi appena usciti da un quadro di Renè Magritte che ora si fondono con i luoghi visitati durante i viaggi dell’artista.
Così come per Magritte, definirei Olmo Amato le saboteur tranquille per la sua capacità di insi-nuare dubbi sul reale attraverso la rappresentazione del reale stesso seppur in secoli diversi, con scenografie naturalistiche attuali e protagonisti del passato.
Le “Rinascite” mi riportano con la mente inevitabilmente ai grandi pittori della storia dell’arte come ad esempio Claude Monet nell’immagine della donna con l’ombrello sulla scogliera.
Grazie ad un’audace intuizione dell’autore e della sua ricerca artistica, “Rinascite” non ha nulla da invidiare ad altri autori di fotografia fine arts.
Lo stile ben definito di Olmo Amato restituisce ai suoi scatti un valore aggiunto: l’ambizione e de- terminazione di chi sa dove vuole arrivare.
[Nel dipinto: Passeggiata sulla scogliera di Claude Monet (1882)]
Olmo Amato, nato a Roma nel 1986, si laurea in neurobiologia all’Università La Sapienza di Roma nel marzo del 2012. Parallelamente agli studi universitari, si dedica alla fotografia e alla sperimentazione di tecniche di manipola-zione digitale e fotomontaggio. Fotografo e videomaker professionista dal 2010, si occupa di post-produzione e di-dattica. E’ curatore di archivi fotografici e specializzato in stampa digitale fine-art. Inizia a collaborare con il Fondo Alberto Moravia, realizzando il montaggio video del documentario “Casa Moravia”. Dal 2012 è curatore dell’archivio fotografico dell’associazione. Nei suoi lavori, prevalentemente in bianco e nero, tende ad un’integrazione tra foto d’epoca e scatti da lui stesso realizzati in viaggi fatti in paesi europei.