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Architettura delle 24 h

di William Dollace

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[Harlan Erskine, Ten Convenient Stories]

Harlan Erskine adotta una sequenza metaforica precisa, un romanzo sintetico tratto da un racconto visivo che apre le corde a dieci storie da raccontare, il cui nostro punto di vista è univoco ed esterno.

Un esterno dal quale possiamo solo intravedere sotto lo scheletro di pubblicità l’isola metallica-degli-organi-interni-americana che non c’è.

Dieci immagini di dieci contenitori al cui interno vi è una storia da raccontare di tre per due se e solo in possesso di tessera. Questa storia resta soltanto da immaginare quantificare e scontrinizzare ricavandola da questa architettura di poster cannibali.

[Harlan Erskine, Ten Convenient Stories]

E’ un sogno contenitore che si avvera, un contenitore di desideri in discount che esiste in qualità di allestimento nel buio.

L’unica storia promessa è questo ammasso geometrico e metallico silenzioso, questo cubo illumino-tecnico vuoto che contiene l’Offerta. Un monumento al neon che contiene l’Offerta e contemporaneamente nessuna risposta a: “qual’è la Domanda?”

Author: William Dollace

William Dollace nasce nel 1979. Collabora quale redattore con la corrente degli “Alieni Metropolitani” e UZAK, rivista trimestrale di cinematografia. Collabora quale Business Writer per BalenaLab e ha collaborato con Archivio Kubrick. Nel 2010 ha pubblicato "Delirio Cinefilo" (358 pag.) per Casini Editore - Roma, recensito da Tommaso Pincio su Rolling Stone. La rivista Carmilla On Line ha pubblicato alcuni suoi pezzi con un'introduzione di Giuseppe Genna.

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