di William Dollace
[Harlan Erskine, Ten Convenient Stories]
Harlan Erskine adotta una sequenza metaforica precisa, un romanzo sintetico tratto da un racconto visivo che apre le corde a dieci storie da raccontare, il cui nostro punto di vista è univoco ed esterno.
Un esterno dal quale possiamo solo intravedere sotto lo scheletro di pubblicità l’isola metallica-degli-organi-interni-americana che non c’è.
Dieci immagini di dieci contenitori al cui interno vi è una storia da raccontare di tre per due se e solo in possesso di tessera. Questa storia resta soltanto da immaginare quantificare e scontrinizzare ricavandola da questa architettura di poster cannibali.
[Harlan Erskine, Ten Convenient Stories]
E’ un sogno contenitore che si avvera, un contenitore di desideri in discount che esiste in qualità di allestimento nel buio.
L’unica storia promessa è questo ammasso geometrico e metallico silenzioso, questo cubo illumino-tecnico vuoto che contiene l’Offerta. Un monumento al neon che contiene l’Offerta e contemporaneamente nessuna risposta a: “qual’è la Domanda?”