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20 novembre 2014

Le emozioni si mischiano in un vortice di sapori e sorrisi, di lacrime e immagini, di visi, abbracci e “ci vediamo presto” che poi chi lo sa se ci vedremo ancora.

Tu lo sai cosa significa andare via?

Io ho provato cosa significa andare via.

Tu lo sai cosa vuol dire tornare?

Tornare per ripartire, tornare per restare.

Rido, piango e mi segno su un quaderno le domande che avevo lasciato in sospeso per giorni, diventati rapidamente mesi e, prima che me ne accorgessi, anni.

Domande che si sono trasformate in risposte, che hanno preso strade differenti, che non si sono mosse di un millimetro.

Credi di volerle sentire tutte quante?

Credi di essere pronto per ascoltarle davvero?

Io sono qui, nel mezzo di questo tornado e la musica non fa altro che gridare parole senza suono.

Quelle dannate parole delle canzoni senza parole.

Tu lo sai cosa significa alzare al massimo il volume per non sentire il dolore che hai dentro?

Tu lo sai cosa significa alzare al massimo il volume per non sentire il dolore che c’è fuori?

Stare in bilico sulle lettere di quelle canzoni senza alfabeto; trovare l’equilibrio per non sprofondare nella sofferenza. Quella che avevo dentro, quella che c’era fuori.

Tu lo sai cosa significa dormire con quelle dannate canzoni senza parole?

So che lo sai, solo, a volte, ho paura che non ce lo dimenticheremo mai.

Quando fuori qualcuno muore e tu dentro devi trovare altre parole per vivere.

Cammino veloce sotto il sole cocente di Rio, la musica qui è piena di parole e non importa se non le capisci, perché qualcuno ti sorride fino a renderle più chiare di quanto farebbe un dizionario.

Cammino veloce perché, quando giri l’angolo, la paura non è un’ombra astratta a cui non sai dare un nome, qui la paura ha una forma ben concreta e accompagna ogni passo distorcendone il ritmo.

La paura è l’eco di uno sparo in una domenica di festa; il riflesso di un coltello nelle mani di un bambino in mezzo a una spiaggia.

Il terrore non insegue definizioni difficili da formulare, la sua concretezza è così tangibile da fare spavento. Continua arrogante, come quegli autubus di linea che corrono senza rispettare alcun limite e segnale.

Respiro piano immaginandomi come sarà “a volta para minha casa”.

Mi fermo a guardare il mare. Quante volte mi sono fermata a guardare il mare in questi due anni?

Quanti soli ho visto tramontare dal sedile di un autobus?

Quante albe ho visto nascere in questa città che sembra non dormire mai?

Credi sia possibile vedere cosa c’è oltre il mare?

Cerco di spiegarti il senso di questi due anni, lunghi quasi un secolo ma trascorsi così rapidamente da impedirmi di descrivere tutto.

Provo a lasciarti lo spazio necessario per trovare il coraggio di dirmi cosa è successo in questo tempo, che io nemmeno ho visto passare da tanto è stato veloce e che a te, invece, è sembrato non avanzasse mai.

Cerco di trovare le parole, le stesse di quelle canzoni senza parole che erano in grado di spiegarmi ogni cosa nitidamente.

Riusciremo a sederci per raccontarci cosa è cambiato? Riusciremo a guardarci negli occhi senza vedere quella cortina di dolore che ci tiene legati come carta moschicida?

Pensavo di sedermi con te, di tenerti la mano finché non arriverà la primavera.

Sei pronto per la primavera?

 

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Author: Ilaria Bonfanti

"Dammi del caffè (molto) nero bollente, una zucca da mettere nel forno e una bic nera senza gel, senza cappuccio e senza troppi fronzoli e ti assicuro che siamo già sulla buona strada. Aggiungici i miei ventisette anni e una vita divisa tra Bergamo e Rio de Janeiro, vita che mi ha resa una polentona con il sorriso carioca. Vanno a completare il quadro un giradischi che non smette mai di suonare musica, quella stessa musica rubata ai vari mercatini di antiquariato e, una montagna di libri. Libri che stanno nella testa, nei ricordi, nelle intenzioni e in giro per tutta la casa. Colleziono Baroni rampanti nelle diverse lingue, adoro andare al mare in bicicletta, stare in silenzio in autunno e rubare l'uvetta dalle fette di panettone. Non sopporto le colazioni fatte di fretta, le persone arroganti e il mese di novembre. Questa sono io e, con un po' di fortuna, ci capiterà di scontrarci in una libreria in giro per il mondo."

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