Lo stupore. Gli occhi si sbarrano.
La paura. Gli occhi si dilatano.
La supplica. Gli occhi si inumidiscono.
La debolezza. Gli occhi si aprono e chiudono.
La fine. Gli occhi si spengono.
Perché mi piaccia vedere la gente morire non lo so proprio. No, forse piacere non è il termine più azzeccato (mi perdonino i lettori, ma ho ancora il cervello un po’ annebbiato dalle follie della notte scorsa), si tratta di godimento. Puro godimento. Mi chiedo perché non abbiano ancora inventato una droga che dia gli stessi effetti. Ma non è un problema mio, quella robaccia la lascio ai barboni che bazzicano sempre in via Garibaldi e che mi tendono la loro mano lercia e infetta ogni mattina. Non voglio nemmeno toccarli, quei rifiuti umani. Cosa credono, di poter vivere alle spalle degli altri? Di fare la bella vita, di stare in giro tutto il giorno, mentre io me ne sto rinchiuso in ufficio a sgobbare? Mi chiedo se i tecnici del condizionatore abbiano sistemato il guasto. Se domani il mio ufficio non è a 25,3 gradi caccio un urlo che tiro giù il palazzo, così magari gli piglia un infarto a quel vecchio maledetto di Bonatti. Due piccioni con una fava. Chissà come sono gli occhi da topo di Bonatti mentre crepa… M vi ne d
queste penne di merda che non scrivono mai, domani caccio un urlo anche a quella scema della segretaria. Tre piccioni con una fava. E grazie a Dio che sono già le 2:17 di notte, altrimenti, se continuo così mi devo comprare una gabbia grande come il Colosseo… Oppure vaffanculo lì ammazzo subito quei piccioni, così mi sparo la mia dose di occhi vitrei e me ne sto un po’ in pace. Però gli animali non sono così espressivi: quella gatta randagia di due mesi fa nemmeno mi guardava mentre le stringevo la gola… Sempre di più… Sempre di più.
Cristo, quanto si lamenta! Sembrano i mugolii di commozione di quelle idiote che mi ringraziano per aver finanziato le cure al figlioletto malato. E poi dicono che l’Italia va allo sfascio: finché c’è gente così ingenua in giro non possiamo pretendere altro. Vai a farti un giro negli Stati Uniti, loro sì che sanno come si fa. Hai i soldi? Ti facciamo quell’intervento che ti serve tanto per continuare a vivere la tua vita di merda. Non hai i soldi? Vaffanculo. Io finanzio solo chi mi fa avere un guadagno, mica sono l’angelo custode dell’umanità. E se non fosse per soldi lascerei morire tutti, così evitano di sprecare ossigeno prezioso. Come potrei mai guidare una Mercedes, vivere in una villa a schiera con 100 metri quadri di giardino, e indossare capi di seta se pagassi le cure a tutti? Devo pur vivere anche io, Cristo santo!
Ho urlato alla donna di fare silenzio e se l’è fatta addosso, quella troia. Non sgozzo la gente per evitare di pulire il sangue e adesso mi tocca pulire il piscio? A questo punto con lei farò un’eccezione. Chissà dove l’ho messo il coltello… Saranno due anni che non lo uso, vabbè a parte quella volta con il cane del vicino. Chissà che colore salta fuori mischiando piscio e sangue. In seconda media avevamo fatto una lezione su questa roba, ma è passato troppo tempo e comunque non avrò ascoltato più di due minuti. E adesso mi arrangio… Gli errori giovanili si pagano prima o poi, aveva ragione papà. Anzi no, non aveva ragione quello stronzo. Vado a cercare il coltello, così lo scopro subito che colore salta fuori.
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Arancio scuro
immagine di copertina: George Ioannou, “Marilyn Skull”
14 luglio 2014
‘azz, ci sei andato giù duro, eh!!! Gente così ce n’è davvero, ma non penso lo ammetta con tanta lucidità neppure a se stesso…
Io non sono proprio una mammoletta, ma il “modo” proprio in cui l’hai scritto, mi ha ghiacciato il sangue (che, ovviamente, è proprio quello che voleva fare a chi lo avesse letto!!!). Ergo: missione compiuta. Davvero, breve ma bravo… non è facile, io lo so.
16 luglio 2014
Gabriella, grazie dei complimenti. Sì, il mio scopo era far calare la maschera all’uomo e far ghiacciare il sangue del lettore