«Questo ‘coso’ non è più un ascensore . Gli ascensori si limitano ad andare su e giù DENTRO i palazzi. Ma ora questo qui, che ci ha portato su nel cielo, è diventato un ASCENSORAZZO. Oh, sì, sì! È il GRANDE ASCENSORE DI CRISTALLO!»
Willy Wonka e il piccolo Charlie, coi suoi genitori e i suoi quattro nonni, si trovano nell’ascensore della Fabbrica di Cioccolato, dove hanno terminato il loro tour… quando l’ascensore, che sale a grande velocità, sfonda il tetto e finisce in orbita. Ha così inizio questa incredibile avventura spaziale.
«Attraverso il pavimento di cristallo vide l’intero continente dell’America Settentrionale stagliarsi laggiù, a circa duecento miglia di distanza, non più grande di una tavoletta di cioccolato».
L’Ascensore di cristallo del signor Wonka non è il solo oggetto a orbitare attorno alla Terra in quel momento: assieme all’astroascensore, infatti, ci sono un astronave e persino un “astroalbergo”. L’astronave è in realtà una nave spaziale, inviata dalla Casa Bianca, di cui Shuckworth, Shanks e Showler costituiscono l’equipaggio. L’albergo spaziale, invece, è il nuovo «Grand Hotel Spaziale U.S.A.», edificato per chi voglia trascorrere delle vacanze extra-lusso.
Avvistata dagli astronauti, la strana capsula di cristallo viene scambiata per un velivolo alieno, e l’equivoco viene rafforzato dal tentativo di contatto con gli otto “passeggeri”: quando Wonka inizia a parlare, infatti, le sue filastrocche vengono interpretate come un linguaggio venusiano o marziano. È presto detto, e l’allarme di un attacco marziano è ormai destinato a dilagare in tutto il mondo. Il Presidente degli Stati Uniti d’America, Lancelot R. Gilligrass, non sa che pesci pigliare e, in preda al panico più totale, chiede consiglio ai suoi referenti: la nerboruta Tata, Miss Tibbs, ora divenuta Vice Presidente, e Madama Mucimicia, la sua gatta.
Il grande ascensore di cristallo è un libro pazzesco ma, proprio per questo, geniale. Come direbbe il filosofo Giorgio Agamben, per capire il proprio tempo occorre porsi in un’ottica sfalsata rispetto ad esso. Non è un caso allora se l’America viene qui vista di sbieco, da lontano. E non è un caso se, durante le loro peripezie, Wonka e il suo gruppo si trovarenno alle prese con dei personaggi pluri-centenari che hanno vissuto tutta la storia americana e conosciuto tutti i Presidenti, con degli astronauti (il romanzo, del 1972, è palesemente intriso di ironia sulle missioni spaziali) e con governanti incapaci (assolutamente esilarante è l’inutile trappola per mosche inventata dallo stesso Gilligrass).
«Vuole essere tanto gentile da portarmi alcuni cioccolatini al liquore, Wonka? Ne sono ghiottosissimo, ma non riesco mai a trovarli. Mi raccomando, non dica niente alla mia Tata». Che sia questo un ritratto quanto mai fedele dei nostri governanti e delle preoccupazioni che li affliggono?
immagine di copertina: Willy Wonka by burtim | burtim.deviantart.com