Recensione di Giorgio Michelangelo Fabbrucci
In una nazione dove il consumo di viagra supera il rapporto uno a uno con la popolazione, dove esistono riviste e trasmissioni specializzate in fatti di cronaca nera in cui l’indagine giornalistica dissacra con ossesione l’altrui privacy, e dove romanzetti erotici di dubbia qualità scalano per mesi le classifiche, trionfando sugli scaffali dei supermercati con le loro copertine fumée… non stupisce che il libro di cui sto per parlare sia vezzeggiato e promosso con grinta.
Il “libro dell’amore proibito” è, a mio modesto avviso, una perfetta operazione di marketing. Forse per malizia professionale, non ravvedo in questo testo il sacro fuoco della letteratura, cioè la necessità quasi biologica di un autore di lasciare traccia di sé e della propria visione del mondo, tramite la parola scritta; piuttosto la capacità di miscelare sapientemente alcuni trend di consumo (immateriale, ovviamente) a beneficio delle vendite.
L’alchimia è così composta: prendete dei ragazzini borderline nati e cresciuti in un ambiente di ignoranza secolare, descrivetene con puntualità le tensioni sessuali, fateli accoppiare con donne psicologicamente problematiche (preferibilmente più vecchie), narrate quindi le turbe mentali che ne derivano nel corso degli anni… ed il gioco è fatto. Per arricchire ulteriormente “l’intruglio”, ossigenate il tutto con alcune blande invettive contro la borghesia e il conservatorismo bigotto; impacchettatte con un titolo accattivante che esalti un archetipo poetico: l’amore proibito.
Così facendo, susciterete nel lettore incolto la convinzione di avere tra le mani un romanzo di formazione, un’opera letteraria.
Come sapete gli Alieni sono tali anche in virtù della loro capacità di provare imbarazzo nei confronti di quanto accade in quest’epoca.
Tutt’altro che assuefatto ai rituali e alla incoerente retorica contemporanea, leggendo questo testo ho trovato, per l’appunto, imbarazzo. Non tanto per i fatti narrati, ma per la capacità di presentarli come “significativi”, ovvero degni di un’opera scritta.
La storia è la seguente.
Veleno è un ragazzino ingenuo nato in un paesino pugliese piuttosto arretrato, il cui soprannome è stato ereditato da un antenato che avvelenò il proprietario terriero al quale era assoggettato, riuscendone a conquistare le proprietà (bah!).
Questo ragazzino, con i suoi inseparabili amici, durante una lezione extra scolastica, partecipa ad un triangolo con la professoressa di tecnica, tale Donatella. Quest’utlima, per colpa della soffiata di un bidello, viene arrestata. Veleno se ne innamora (ecco l’amore proibito) mantenendo accessa la sua ossesione adolescenziale per tutta l’esistenza.
Una vita punteggiata di assistenza sociale, sessualità deviata, solitudine e compagni di viaggio altrettanto problematici. Eccone alcuni esempi: Walter, eroe della motocicletta, rimasto paralizzato in seguito ad un incidente, si accoppierà qualche anno dopo con una signorina gravida di un figlio non suo, già promessa sposa ad un altro uomo; Nappi, capobranco alle scuole medie, insieme al quale avrà un rapporto omosessuale (sempre di gruppo ovviamente) in mare durante il servizio militare, diverrà un poliziotto violento dedito alla vendetta; Greta, sua fidanzatina post-Donatella, diverrà l’amante di un rotariano cinquantenne, marito fedifrago di un’altra ex professoressa del protagonista… e via discorrendo.
Più che un romanzo questo libro mi è parso un susseguirsi di luoghi comuni incarnati.
Durante la lettura (capitoletti brevi ritmati al suon battente della sfiga) la domanda ricorrente che mi sono posto è stata: perché?
Non ho trovato ragioni in questo libro, al di là di quelle soggettive e imperscrutabili dell’autore, e di quelle, più comprensibili, della casa editrice.
Una nota positiva in calce. Le prime pagine, dove si descrive la devozione di alcuni fedeli alla madonna, sono davvero belle, ben scritte e commoventi. Finite queste, il libro scivola in un tam tam di storielle scabrose che di scandaloso, a parer mio, hanno solo il fatto di essere state narrate.
Al di fuori di questo sito, nel mondo editoriale delle cinquanta sfumature di grigio, ci sarà un posto d’onore anche per tutto questo.
Giorgio Michelangelo Fabbrucci [email protected]