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Raccontami l’estate

Racconto brevi di Ilaria Bonfanti

L’estate era scoppiata senza avvisare, in tutta la sua forza, in tutta la sua magica energia: i ragazzini avevano ripreso a giocare nelle strade e gli innamorati facevano le ore piccole sotto casa; le ragazze avevano tolto i vestiti da un giorno all’altro, senza quel lento svelarsi che da carattere alla primavera.

Era tempo di aperitivi lunghi, di brividi alcolici nei prati aspettando senza fretta il palesarsi dei colori del mattino.

Era tempo di grigliate con gli amici, di risvegli di salsedine, di tovaglie a quadri bianchi e rossi nei parchi.

 

Io non ti tradirò mai, perché io ti amo”.

Lucia non riusciva a capire perché quelle parole la caricassero di ansia invece che renderla felice.

Lucia non capiva come mai tutto quell’amore la gettasse nello sconforto quando avrebbe dovuto darle solo che felicitá.

 

Anche io”.

Lei era sempre stata il genere da “anche io”; di quelle che non si sbilanciano, che dicono addio prima di sentire anche solo un accenno di arrivederci.

L’Inflessibilità di Carlo la teneva sveglia in queste notti d’afa persistente; si girava e rigirava nel letto facendo a pugni con domande scomode e risposte che preferiva rimanessero senza voce.

 

E se ti tradissi io?”

I pensieri erano tanti, troppi forse, mentre il profumo agrodolce delle notti di luglio invadeva la sua stanza, consentendole di vivere storie d’amore rubate ai libri più appassionanti, alle amiche avventurose che snocciolavano vita e adrenalina davanti a uno spritz.

 

L’amore in estate viene svuotato di tutto quel carico di impegni che solitamente lo caratterizza; nella mente si delineano favole romantiche e il terrore di una casa di routine e mattoni lascia il posto a bungalow sulla spiaggia.

Si brinda al presente senza fasciarsi la testa con futuri pieni di debiti e responsabilità.

 

Carlo sapeva che Lucia odiava le vacanze programmate mesi prima; le giornate in quei villaggi spersonalizzati, privati dell’odore del loro popolo ma profumati di colazioni internazionali, scandite da corsi di aerobica e giochi aperitivo.

Non che lui fosse il tipo da vacanza organizzata, men che meno da crociera. Non era nemmeno uno da zaino in spalla e capitali europee; lui era solo follemente innamorato di lei e per lei sarebbe stato tutte queste cose o una in particolare.

Per lei, avrebbe fatto di tutto.

Per lei, solo per lei.

 

Si erano conosciuti alle scuole elementari: stessa scuola, stessi amici, stessa classe sociale e stesse vacanze estive.

Al liceo si erano fidanzati e stavano insieme da allora: era una di quelle storie destinate a finire o a durare per sempre, in equilibrio sulla linea piatta dei sentimenti.

I giorni erano scanditi dai ricordi della loro esistenza, da quei mattoni pesanti legati dalla calce delle esperienze di vita condivise. Non c’erano segreti, luoghi d’ombra dove rifugiarsi, vacanze separate da raccontarsi agli anniversari.

 

Lucia guardava la sua giovinezza scivolare via, lasciandola immobile e sudata nel mezzo di quell’affanno che solo la consapevolezza piena é in grado di dare.

Lucia voleva dei figli, per dimostrare a se stessa di poter essere una donna anticonvenzionale. Una di quelle madri senza dettami ma con molte biciclette e giochi di legno.

Carlo voleva dei figli, affinché lei smettesse di avere dei dubbi. Su di lui, sulla loro relazione, sul loro futuro.

La spensieratezza dell’estate toglieva importanza ai piccoli gesti, faceva liquefare i progetti al sole e i castelli di sabbia costeggiavano con arroganza ogni immagine e emozione.

La fatica di quelle mattonelle poggiate sul sentiero veniva portata via dall’alta marea e da quella luna piena riflessa nel mare.

 

 

Io non ti lascerò mai”

 

Neanche io”

 

 Ilaria Bonfanti
[email protected]

Author: Ilaria Bonfanti

"Dammi del caffè (molto) nero bollente, una zucca da mettere nel forno e una bic nera senza gel, senza cappuccio e senza troppi fronzoli e ti assicuro che siamo già sulla buona strada. Aggiungici i miei ventisette anni e una vita divisa tra Bergamo e Rio de Janeiro, vita che mi ha resa una polentona con il sorriso carioca. Vanno a completare il quadro un giradischi che non smette mai di suonare musica, quella stessa musica rubata ai vari mercatini di antiquariato e, una montagna di libri. Libri che stanno nella testa, nei ricordi, nelle intenzioni e in giro per tutta la casa. Colleziono Baroni rampanti nelle diverse lingue, adoro andare al mare in bicicletta, stare in silenzio in autunno e rubare l'uvetta dalle fette di panettone. Non sopporto le colazioni fatte di fretta, le persone arroganti e il mese di novembre. Questa sono io e, con un po' di fortuna, ci capiterà di scontrarci in una libreria in giro per il mondo."

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