Poesia aliena di William Dollace
viviamo senza morire ora dopo ora
sentendo con la pancia, leggendo poesia
accampandoci nelle trincee per sfuggire sparire
viviamo scopando con la nostra testa
affabili e derelitti
in un bordello o in una Chiesa
cercando tumulto della fede e della conquista
siamo nati incurabili
vagando per i vicoli di Venezia ci affacciamo ai parapetti
annusando con le narici stupite
osservando la pietra che fa la Storia
e la farà anche domani
immobile, silenziosa,
e tutt’intorno schiamazzi e ossessi fotografi di angoli e piccioni
scriviamo contributi, per non morire, no, non ancora
vogliamo lasciare il segno, vogliamo lasciare i nostri graffi ancora, ovunque
cerchiamo il lieto fine, crediamo al lieto fine
che tutto andrà bene, bene davvero, eccheccazzo
e poi ancora, vegetiamo allo stato brado con una bottiglia
due sigarette al giorno, per morire piano
un sorso solo grazie, e solo prima di dormire
il Mac acceso, le luci accese, il cuore moribondo
guardiamo dalle finestre, l’unico modo per non pensare a niente
per vivere bisogna piangere, e non ne siamo capaci
e allora sorridiamo, ebeti di conquista, seguendo il nostro ideale,
fuori ancora da una tomba
ma prima
scavandoci la fossa con i guanti in lattice
venendo a singhiozzo sulla pancia di manichini fuori orario anche per l’amore
singhiozziamo per i nostri corpi a pezzi
dimenticando gli specchi appena apriamo bocca
con rispetto salutando
collimando gentilezza e bei corpi in decomposizione
sì, anche i vostri,
moriamo male, viviamo male,
abbiamo internet e la pelle bianca
risate da schermo
opachi, poco selvaggi, poco sporchi e rantolanti
cerchiamo la mina giusta su cui saltare
rifiutando caos e calorie
gridando di cazzate
morendo ancora, credendo di tornare giovani e forti
e se hai cercato di ritrarre tutto il mondo
ne è venuta fuori una miseria, spine nel culo, e pane fresco
abbiamo ceduto alla confessione,
comprando chilometri di desideri
viaggi per finta
e grati per Open Office
rabbocchiamo candele che bruciano inesorabili
almeno loro
almeno loro
l’ippodromo il mattino, ho scommesso bene
4 lacrime in croce morte anche per voi
e vaffanculo alla sfortuna
almeno oggi
almeno ora
William Dollace [email protected]