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Racconto breve scritto e proposto da Laura Graziosi

Era l’orgoglio del girone dei coltelli, il più affilato, il più leggero, il più maneggevole. Sapeva tagliare le zucchine in dischi perfetti, le carote non opponevano alcuna resistenza, le patate si lasciavano pelare quasi fossero accarezzate da lui. Piaceva a tutti, mestoli compresi. Sapevano che ci si poteva fidare, non avrebbe mai usato la sua lama senza prima chiedere permesso.

Una sera la padrona di casa rientrò tardi, molto tardi, barcollando. Aveva bevuto troppo. Andò in cucina, aprì il frigorifero e tirò fuori la mezza anguria che riposava lì dentro. Dato il peso, quasi stavano per cadere lei e l’anguria che, per lo spavento, arrossì di più.

La padrona di casa poggiò malamente l’anguria sopra il tavolo della cucina poi si volse, uno sguardo confuso ma lo vide. Luminoso, tagliente, sempre pronto all’uso. Lo afferrò per il manico e iniziò a conficcarlo nella polpa. Mai lui aveva fatto un lavoro così maldestro. Più tagliava fette sghembe e più lei se le infilava in bocca, senza tregua.

All’ultimo morso, il tavolo era pieno di scorze e tranci laceri.

La padrona si girò di nuovo, stavolta con sguardo basso vide il secchio della spazzatura, lo prese e lo portò a ridosso del tavolo. Spingendo prima con le mani poi con le avambraccia bagnate, fece precipitare ogni resto nel secchio.

Era l’alba ormai eppure non contenta del lavoro di pulizia, la padrona tolse il sacchetto pieno dal secchio e iniziò a trascinarlo fuori dalla cucina.

Mentre lo lasciava strisciare a terra, gocce rosse di succo colavano e segnavano il pavimento, il sacchetto era trafitto e da quello spacco si scorgeva la punta di una lama.

Le zucchine, le carote, le patate nel cestino, gli altri coltelli, pure i mestoli rimasero a guardare.

Lui non tornò più.

Da fuori, un tonfo nella raccolta del vetro, si udì bene in cucina e una forchetta svenne.

La padrona barcollante rientrò in casa. Ebbra di tutto aveva anche sbagliato cassonetto.

Laura Graziosi

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