Recensione di Ilaria Bonfanti
Certi buoni libri si rivolgono ad un pubblico adulto, perché per comprenderli è necessario avere esperienze da adulti ma non esistono buoni libri solo per adulti. Un bambino che prova piacere nel leggere il libro di Alice quando sarà cresciuto continuerà ad apprezzarlo, anche se la lettura del significato probabilmente sarà differente
Da “Il mondo delle meraviglie” di W.H Auden
La citazione di W.H Auden coglie pienamente nel segno. Io sono stata quella bambina, quella che lesse tutto d’un fiato questa magnifica storia di carte da gioco animate, di conigli con il panciotto, di lepri e rane capaci di darsi un tono. La ragazzina che rise moltissimo nel fantasticare di giocare a croquet con fenicotteri come mazze e porcospini come palline; quella bambina completamente innamorata dell’idea di un continuo momento del tè in compagnia di quel matto del Cappellaio e che, da adulta, si è ritrovata nuovamente immersa nelle pagine di Carrol, lasciandosi trasportare senza alcuna resistenza in quel paese delle meraviglie.
Sono dell’idea che per cogliere appieno il senso di un libro occorra leggerlo nella sua lingua originale, così da poterne apprezzare anche le sottigliezze più piccole, che spesso sfuggono persino nelle traduzioni migliori. Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie, però, più di altri, andrebbe letto in inglese (cosa che purtroppo non sono in grado di fare ad oggi): i giochi linguistici del reverendo Dodgson sono impareggiabili; lo scrittore è un espertissimo equilibrista che si muove con maestria sul filo della lingua inglese, lasciando il lettore adulto incredulo davanti a tanta bravura.
Dal mio punto di vista, Queneau deve molto a quel coniglio con l’orologio nel taschino e a quella regina specializzata nel tagliare teste.
Alice è una bambina poco eroina, è concreta e persino molto giudiziosa per la sua età ed è stranamente in grado di entrare in questo mondo magico senza stupirsi come invece faremmo noi lettori “più grandicelli”. Alice è una bambina e le importa poco capire se la sua avventura sia stata un sogno o meno; definire ogni cosa è parte di una maturità che per fortuna la piccola Alice non ha ancora.
Rileggere questo romanzo da adulta mi ha dato nuove emozioni senza tuttavia dissuadermi dalla convinzione che scrivere per i bambini rimanga una delle cose più difficili che ci siano. Conquistata la loro fiducia, però, sarà impossibile non affascinare anche il pubblico adulto.