Racconto breve di Marco La Terra
- Massimo, non puoi continuare così. Ti rendi conto di come ti stai riducendo? Il tutto per una conoscenza di qualche settimana! Hai trentacinque anni cristoiddio, non sedici! E ci stai rimettendo la salute per una sciacquetta che ti ha trattato di merda!
- Le cose non stanno esattamente così..
- Ma come non stanno così dai! ‘Scusa, non me la sento! È stato bello, ci siamo fatti delle grandi scopate ma sai… mi sono accorta che non ce la faccio a reggere tutto questo’. Però per venire a letto con te quella lì ce la faceva eccome! Odio donne del genere!
- Non è andata proprio così, non è mai stata in mala fede. Lei ha dei problemi seri da risolvere prima di ogni altra cosa e…
- Problemi seri da risolvere?!? Ma fammi il piacere! Perché non ci ha pensato prima a queste cose, a tutti i casini che aveva per la testa. Ci poteva pensare prima no? Prima di venire a letto con te. Parliamo di una donna di oltre trent’anni, non di una ragazzina!
- Beh ma sai, siamo stati travolti entrambi, attratti subito l’uno dall’altra, e ci siamo concessi senza remore. È stata una sorta di elezione spirituale inconsapevole.
- Sì certo, ‘elezione spirituale’ la chiami. Ma hai idea delle cazzate che stai dicendo? Elezione spirituale… Erezione spirituale più che altro, ah ah ah! No guarda credimi, quella stronza ti sta mandando in merda il cervello.
- Io non credo.
- Certo che non lo credi, sei ancora emotivamente scosso. Guarda che razza di aspetto hai!
- Perché, che aspetto ho?
- Che aspetto hai?!? Ma guardati! Sembra che hai appena visto un fantasma cristoiddio! Sei pallido da fare paura, hai gli occhi pesti di sonno e l’aria da cane bastonato. Non sei più tu cazzo! Eppoi sono settimane che non stai scrivendo più nulla, mi avevi promesso un grande romanzo sei mesi fa, ti eri messo d’impegno poco dopo il tuo rientro da Santiago. A quanto mi dicevi il lavoro procedeva spedito, le bozze erano anche discrete… poi è arrivata questa qua e ti ha fottuto il cervello! Io non so come si fa a ridursi così per una sciacquetta del genere, proprio non lo so!
- Senti Luca lasciami stare, capisco che siamo amici e apprezzo che ti stia preoccupando per me ma, davvero, non mi va di parlarne. E poi mi dà fastidio che ti esprima su di lei in questi termini, visto che manco la conosci, perciò davvero, lasciamo perdere tutto quanto, ok?
- No Massimo, non lasciamo perdere un cazzo, capito? Io le conosco queste situazioni quindi lasciati servire. Ho buttato nel cesso anni dietro pazze schizzate e quindi so di cosa parlo. Ma poi dico io, con tutte le donne che hai avuto ti riduci così per una che hai conosciuto solo da qualche settimana? Io davvero non ti capisco!
- Questo non c’entra, sai anche tu che a volte non è questione di tempo, ma di empatia e affinità spirituale.
- Senti, non mi raccontare stronzate! Avete fatto del gran sesso e basta, probabilmente questa è un pezzo di figa mai vista che ti ha fatto schizzare gli occhi fuori dalle orbite, e siccome è una fuori di testa appena ha visto che le tue intenzioni erano serie ti ha dato un calcio nel culo. Probabilmente adesso sarà già in giro a farsi sbattere da qualcun altro!
- Ti ho detto di non parlare di lei in questi termini! Non è una di quelle, chiaro?
- Cos’è, ti stai scaldando? Per una donna del genere?
- Piantala! Piantala cazzo non ne voglio parlare! Lasciami perdere!
Nel locale scende il gelo: l’alterco fra i due amici ha assunto toni un po’ troppo veementi e tutti si sono voltati a osservare la scena. I camerieri, inguainati nelle loro candide divise, immobili come statue di cera, sono chiaramente imbarazzati per quella conversazione che catalizza l’attenzione di tutti i presenti.
- Va bene chiudiamola qui e beviamoci sopra. Cosa prendi?
- Un Negroni.
- Non vuoi mangiare qualcosa prima? Non puoi bere un Negroni a stomaco vuoto!
- Non ho fame, adesso. Voglio bere.
- Okay va bene, fai come credi. Cameriere!
- Sì signore, desidera?
- Due Negroni.
- Come li vuole, signore? Normale, Sbagliato, Americano…
- Che razza di domande? Per me Normale. Tu?
- Normale anch’io.
- Bene signore, arrivano subito.
- Grazie.
Riportato il tenore della conversazione su livelli civili, la gente è rientrata nel tunnel delle proprie esistenze, anestetizzando i pensieri entro un chiacchiericcio scialbo e anonimo, di cui Massimo coglie solamente un indistinto e confuso vociare.
È pentito di aver accettato l’invito di Luca ma non ha potuto farne a meno.
Oltre ad essere suo amico, quell’uomo così metodico e razionale è anche il suo editore e, oramai da più di sei mesi, gli ha commissionato un romanzo che, per svariate ragioni, proprio non vuole saperne di venire alla luce.
- Lo Sbagliato non l’ho mai potuto sopportare – dice Luca improvvisamente.
- Come mai? – chiede distratto Massimo, nuovamente perso nelle proprie paranoie.
- Lo spumante brut al posto del gin, ma come si fa?
- Beh, questione di gusti.
- Ma no, non è tanto il fatto che possa piacere o non piacere, è proprio il principio di fondo che non mi va giù.
- In che senso?
- Beh, io la vedo un po’ come con le donne, scusa se torno sull’argomento.
- Spiegati – dice Massimo, con un senso di vaga insofferenza che comincia a opprimergli l’animo.
- Ecco, il Negroni è un cocktail potente. Sì insomma uno ne beve un paio ed è già sulla luna.
- Questo cosa c’entra con le donne?
- Aspetta, ora ci arrivo. Finché bevi il Classico, gli ingredienti che lo compongono, il gin, il vermouth e il bitter Campari sono coerenti rispetto al risultato. Il gusto è amaro e deciso, e quando lo bevi sai che nell’alzarti non riuscirai a reggerti in piedi.
- E le donne?
- Le donne sono false come uno Sbagliato: il brut rende il cocktail dolciastro, e il risultato che si ottiene è la sensazione di bere qualcosa di intenso, morbido, piacevole. Non ti aspetti di essere preso a mazzate, quando ti alzi per andartene.
- Quindi? – chiede Massimo sempre più infastidito. – Vorresti essere così gentile da spiegarmi il principio filosofico di fondo?
- È semplice. Le donne più affidabili sono quelle poco dolci: forti, intense e razionali come un Negroni Classico. Danno all’uomo ciò che questi vuole, senza guastare il tutto con pose da gatte morte che, come puoi vedere, rendono il malcapitato incapace di camminare sulle proprie gambe.
- Teoria discutibile.
- Mi aspettavo una risposta del genere da parte tua.
- Senti cos’è? Vuoi litigare?
- No scusa. Era per cercare di darti una dimensione normale della tua questione privata. Dammi retta: più tardi, quando torni a casa, passa al Dark Moon e fatti una bella scopata con un’onesta, sana, classica puttana, di quelle a pagamento intendo, e lascia le donne sbagliate agli sfigati.
- Wow! Che grande idea! Secondo te dovrei dimenticare un essere raro e meraviglioso come lei uccidendo il sentimento tra le cosce di una zoccola? Proprio un bel consiglio!
- Senti, parliamo del tuo libro – propone a quel punto Luca, leggermente infastidito per quel mancato riconoscimento del proprio genio filosofico.
- Okay.
- Beh, che novità?
- Ho avuto un’idea fulminante, e ci sto lavorando già da qualche giorno.
- Bene, dimmi tutto. Sono ansioso di conoscerne i dettagli.
- Beh, la folgorazione mi è venuta proprio a seguito di questa cosa che mi è capitata e…
- Uhm…
- Cosa c’è?
L’espressione di Luca diviene tetra e corrucciata: non gli piace sapere che l’amico si sia ridotto così per una situazione talmente priva di senso come quella. Per una che si è comportata così poi, figuriamoci!
Per come la vede lui, è ovvio che quella donna l’ha preso per i fondelli.
Nell’osservare l’aspetto dell’amico, così sofferente e svuotato di ogni emozione, eccezion fatta per quella sorda e logorante sofferenza, non può far altro che rivedere se stesso qualche anno prima: in più di un’occasione si era ritrovato a inseguire donne sbagliate, tanto belle, dolci e affascinanti da un lato quanto matte e inaffidabili dall’altro.
Alla fine aveva concluso che situazioni del genere non avrebbero mai condotto da nessuna parte: nella migliore delle ipotesi il malcapitato si sarebbe ritrovato, senza nemmeno accorgersene, in un pericoloso stato mentale border – line, da cui sarebbe emerso, se mai ne fosse stato capace, con le ossa rotte e il cuore infranto.
Per questo, con l’andar del tempo, Luca si era convinto che, alla fin fine, fosse molto più onesta una donna metodica e razionale, con i piedi ben piantati per terra.
Oppure una puttana a pagamento.
E invece, con quale donna aveva avuto a che fare Massimo, per tutto quel tempo? Una persona disturbata e fragile? Un essere superficiale che nascondeva le proprie evidenti lacune dietro il paravento di problemi esistenziali che, alla fin fine, tutti dobbiamo affrontare nella vita o, semplicemente, una persona confusa che col tempo sarebbe tornata?
In quell’istante, Luca e Massimo si ritrovano a pensare la stessa identica cosa, al punto che le due figure cominciano a fondersi in un unico essere pensante: il locale comincia a girare vorticosamente, sempre più forte, luci, suoni e colori fusi in un denso chiarore, sempre più vivido e intenso e alla fine, con faticosa lentezza, la testa dello Scrittore riemerge dalla pila di scartoffie ammonticchiate sulla scrivania.
Un sogno: è stato solo un sogno.
Il locale, l’esistenza di un editore di nome Luca, mai conosciuto prima, i camerieri inguainati nelle loro divise bianche.
L’uomo riprende coscienza dell’ambiente in cui si trova, e del tempo trascorso: è l’una di notte e le sue povere ossa sono intrise di freddo esistenziale al pari del suo cuore, oppresso da tempo entro una morsa di gelida sofferenza.
Lentamente si alza in piedi, grattandosi perplesso i folti capelli mossi e osserva quasi incantato il bicchiere di Sbagliato alla sua destra, quasi completamente vuoto.
- Non tornerà, questo è certo, ma preferisco di gran lunga una donna sbagliata alla classica presenza rassicurante. Sono fatto così, e sono felice di esserlo –
Smarrito in queste riflessioni, l’uomo si avvia verso la propria stanza, esausto e in preda ai giramenti di testa e, con ancora indosso la fragranza di lei, si abbandona a un sonno denso di rimpianti e di flebili speranze, intriso di piombo e senza sogni.
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4 comments
Antonio says:
nov 8, 2012
Rispondil’inizio del racconto è buono, forse si perde un po’ nella parte centrale, e nell’utilizzo di alcuni luoghi comuni. però nell’insieme il testo si lascia piacevolmente leggere. l’escamotage del sogno, ad essere sincero, l’avevo previsto (anche il titolo del racconto non aiuta in questo senso); è una soluzione della quale forse si abusa un po’ troppo spesso. comunque, la cosa positiva è che non ci scopiazzature da altri, né elementi che facciano pensare ad un’esecuzione sbrigativa.
Marco La Terra says:
nov 8, 2012
RispondiTi ringrazio per le osservazioni Antonio: sì, in alcuni tratti forse l’escamotage viene rivelato prima del tempo, e il titolo indirizza già su una certa strada. Quanto a scopiazzature o esecuzioni sbrigative sono elementi che noi Alieni, parimenti, non condividiamo: quando la penna non produce meglio tacere, riflettere e ‘sentire’, piuttosto che improvvisare.
Antonio says:
nov 8, 2012
Rispondisì Marco, condivido quello che dici. infatti voi Alieni siete un’eccezione alla regola. in giro però ci sono troppi “improvvisatori”: finti blog letterari (ovvero senza una direzione, un’idea), per non parlare dei tanti (troppi) scrittori che pagano per pubblicare spazzatura. ma questo è un discorso lungo.
comunque. dato che presto un mio racconto da voi selezionato sarà prossimamente online, avrai senz’altro modo di rifarti su di me con le tue critiche…!
saluti
Marco La Terra says:
nov 8, 2012
RispondiLe tue critiche sono fondate e coerenti, quindi tranquillo: non ho nulla di cui rifarmi. Aspettiamo altri tuoi contributi!