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Marito è Moglie – Règis de Sà Moreira

Recensione di Giorgio Michelangelo Fabbrucci

Ti alzi una mattina e ti accorgi di non avere più la solita ispida peluria sulle guance,  le tue mani hanno dita filiformi e provi uno strano senso di alienità. Così ti controlli allo specchio e noti che l’immagine riflessa è quella della tua compagna. Quella stessa editor in carriera che con mala voglia chiami ancora moglie. Anche lei si alza e si sente pensante e sgraziata, vede le tue braccia che sono le sue e si trova sul divano, il luogo totem sul quale ti addormenti e vivi la tua non esistenza da quasi scrittore in crisi sull’orlo del divorzio.

“Marito è Moglie” è il racconto dello scrittore parigino Règis de Sà Moreira (vincitore del Premio Le Livre Élu nel 2002) edito in Italia da Aìsara.

Un libro che parla di metamorfosi, tanto fisica quanto sentimentale, all’interno della coppia, con un originalità degna del “Seno” di Roth.

Il racconto è stato vergato con ironia intelligente. Infatti, pur trattandosi di un tema che ben si presta a volgarità, l’autore riesce nel difficile intento di raccontare un equivoco di genere senza mai inciampare. Non vi è traccia di moralismi, ne tanto meno di banali luoghi comuni. Tutto scorre con la piacevolezza di un sorbetto al limone nelle più calde sere d’estate. Capace di rinfrescare con uno stile nuovo, asciutto, dal ritmo sincopato, rivolgendosi al lettore come se quest’ultimo fosse il protagonista (vd. l’incipit di questa recensione), “Marito è Moglie” disseta le nostre lingue arse da intricati romanzi polpettone sulla meglio borghesia italiana.

Anche qui vi è una famiglia, una storia d’amore in crisi, un uomo dalla professione fallita e una moglie in carriera che non vuole avere figli. Nondimeno è assente il clima paternalistico e psico-ossessionato di tanti scrittori connazionali; Règis de Sà Moreira ci libera dalle roboanti discussioni sull’incertezza sessuale e sulle sue drammatiche conseguenze sulla famiglia contemporanea.

L’autore riporta tutto ad un clima più mite, più intimo, più umano; e ci riesce raccontando l’assurdo.

“Marito è Moglie” dipinge l’amore con un tratto sottile, attraverso il quale il sentimento trascende il corpo, o meglio, lo attraversa da amante ad amato, consigliando in modo garbato di vedere nell’altro quella metà perduta (vd. Platone) senza la quale risulterebbe impossibile raggiungere la felicità.

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Giorgio Michelangelo Fabbrucci
twitter@alienimetropoli

 

Author: Giorgio Michelangelo

Giorgio Michelangelo Fabbrucci (Treviglio, 1980). Professionista del marketing e della comunicazione dal 2005. Resosi conto dell'epoca misera e balorda in cui vive, non riconoscendosi simile ai suoi simili, ha fondato gli Alieni Metropolitani... e ha iniziato a scrivere.

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