Recensione di Carlotta Susca
But for whom, the proles grouse,
Is the funhouse a house?
DFW
Per chi è una casa la Casa Stragata?
Premessa: La vita è un’altra storia è una raccolta di racconti di John Barth: non si tratta della traduzione di un testo inglese – i libri di John Barth in italiano sono pochi, maledizione. Si tratta, invece, di una antologia della produzione barthiana di racconti, e il merito va – mi vien da scrivere: ovviamente – a minimum fax, da sempre attenta a proporre al pubblico italiano i capisaldi della narrativa statunitense e le nuove proposte (quante case editrici italiane hanno collane riconoscibili come ‘minimum classics’ o ‘I quindici’?).
I dodici racconti sono tratti da quattro libri: Lost in the Funhouse, On With the Story, The Book of Ten and a Night e The Development, e sono scelti da Martina Testa, la Pivano della nostra generazione.
Quello che mi sembra importante sapere di questa raccolta è che:
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La prefazione di John Barth è scritta appositamente per l’edizione italiana, e ci fa apprendere che:
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Barth preferisce creare romanzi, ma ha scritto numerosi racconti;
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è affascinato dalle Mille e una notte, dal Decameron e dagli scritti di Maupassant, Čecov e Poe, fra gli altri autori di racconti;
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si considera figlio di Borges e si riferisce al nostro Calvino chiamandolo «maestro» – in italiano.
2. In questa raccolta c’è, in particolare, Perso nella casa stregata;
3. L’epigrafe del testo scelta dalla redazione della casa editrice – che usa sempre apporne una tratta dal libro – è: «Letteratura, ah! Bei tempi, quelli!».
Per quale motivo leggere questo libro?
Si può arrivare a Barth in vari modi, fra cui:
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Dopo Verso Occidente l’Impero Dirige il Suo Corso, una parodia di Perso nella Casa Stregata («Per chi, chiede la gente, la casa stregata è una casa?») nonoché una fucina di riflessioni sul Postmoderno;
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Su indicazione di Fernanda Pivano, che cita Barth, Barthelme, Fowles e Coover fra i maestri della corrente.
Soprattutto, è importante capire come è nato il Postmoderno?
Oh, sì.
Non vi ho parlato dei racconti, ma, citando il Re pallido, «Leggete questo».
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