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Cattedrale – Raymond Carver

Recensione a cura di Fabio Nieddu

Credere e sperare nella dimensione dello scambio reciproco tra chi riceve e chi dona, sono momenti imprescindibili della raccolta di racconti Cattedrale (Minimum fax, 219 pagine, 9 euro), mirabili istantanee letterarie scattate da Raymond Carver, amato maestro della short story.

Dall’ordinaria follia bukowskiana, l’autore riprende quel raggio di luce lanciato su vaste porzioni di un’umanità dimenticata, rielaborandone i risvolti con uno stile impressionista e fotografico. In poche pagine vengono sapientemente concentrati istanti di vita preziosi che si attivano col superamento di situazioni e contesti scomodi, imbarazzanti.
Attraverso chiusure lapidarie e incipit telegrafici, si illuminano quotidiane e provinciali esistenze vissute in microcosmi contratti, di stampo joyciano, in cui personaggi rarefatti condividono esperienze di mediocrità e incomunicabilità, laddove il dolore spesso li unisce.

 

Magistrale in questo senso è l’ultimo racconto Cattedrale (che dà anche il nome alla raccolta).

 

Edward Hopper, “Early Sunday”

In un’anonima casa di città, una donna attende l’arrivo di un amico, un cieco di nome Robert, che l’io narrante (marito di lei) svela attraverso le sue considerazione pregiudiziali, non sapendo rapportarsi alla sofferenza altrui.

Abbandonata la cruda eredità dell’homo homini lupus superando l’attesa e lo shock che sconvolgono la regolarità di una vita ordinaria, è la fanciullesca curiosità del non vedente a cambiare le sorti di un uomo mediocre. Poiché tutto l’universo carveriano è materia poetica, anche gli oggetti sfuggono all’immobilità e sono imbevuti di un vitalismo che attiva gli eventi: un servizio televisivo sulle cattedrali ravviva la scena –  quasi spiata dal buco della serratura – e focalizza i due intenti nel disegnare e circuirne l’idea.
Il complesso rapporto tra vita umile e mediocre si conclude nello scambio e nell’accettazione dell’altro, dove sarà ancora un semplice gesto puerile a riaccendere la tensione del racconto:

Le sue dita guidavano le mie mentre la mano passava su tutta la carta. Era una sensazione che non avevo mai provato prima in vita mia.

Testamento morale di un’infinita speranza, Cattedrale sa mettere a nudo quel mondo spicciolo di piccole illuminazioni e condivisioni di dolori sottili, quali strumenti di conoscenza e cambiamento.
Non solo, celebrata la fine dell’american dream con una poetica mirata all’umanesimo di vite ordinarie, Carver ha saputo delineare il coevo benessere sprezzante, risaltando la costante emarginazione sociale quale senso di una presente precarietà esistenziale.

Fabio Nieddu

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Author: Alieni Metropolitani

Gli Alieni Metropolitani non cercano soluzioni. A volte ne trovano… é irrilevante. Appartengono alla Società e con sguardo consapevole ne colgono l’inconsistenza. Non sono accomunati da ideologia, religione o stile di vita ma da una medesima percezione del mondo. Accettano i riti della vita, riuscendone a provare imbarazzo. Scrivere! Una reazione creativa alla sterile inconsistenza del mondo.

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