invia il tuo racconto inedito

Italia De Profundis – Giuseppe Genna

Recensione di William Dollace

Un rigor mortis l’incipit, un rigor mortis sviscerato sfoderato e sgranato come un rosario. Personalissimo come nella Letteratura dove l’oggettività non v’è e mai doma: Italia De Profundis, la Scansione della disgregazione.

Italia De Profundis” [Giuseppe Genna – Minimum Fax, 2008]

Quattro videofilamenti colano dalla teglia in caldo, usare le presine prego: Booktrailer 1. Coma. Placenta. Urla. “Gennnaaaa, E’ quasi magia, Gennaaa” Immaginario collettivo frantumato, l’inferno coerente del silenzio, coerenza della fine, pastiche neo-tv-classico “bravo ! bravo !” in un log-in rabbits tutto goal-italiano con tanto di video risate isteriche pre-registrate e il dramma e il dramma e la nebbia Jazz De Profundis dipanata sui materassi della tv fra i gemelli Derrick e la catapulta infernale, il Divo, folle aggregate senza monte e sermone, Bignami iperperlustrati, politica effettata da copertina, la catapulta pop e il Pasolini incendiario. Grande italia – Piccola Italia in 47’s rooms – “Forse stiamo sognando o forse stiamo solo morendo” Campioni del mondo.

Booktrailer 2. Luce spenta luce accesa, persona non-persona, l’Empire emette il suo gas, i suoi tentacoli, le sue spire. I mille IO e una notte. Mille pacche sulle spalle un microfono qualche sorriso. L’io è l’isola che non c’è, un buco nero identitario elitario esploso. Mina vagante crivellata, metalivellamento globale del metalivello. Narcisismo inchiodato e incrociato nella vetrinetta circondata dalle cornici della materializzazione sensazionalistica. Moltiplicazione dell’IO. Virus dell’IO. Corpo scosso e rifrazione dello stesso IO. Azione e Ultim/azione. Apocalisse. Booktrailer 3. Percezione uditivo-visiva che si fa odissea e viaggio asettico nel futuro anatomico, sedie vuote, letti vuoti, sguardo ovunque e onnipresente. Siamo giovani. Siamo vecchi. Siamo vivi. Siamo morti. Nello Spazio come nei Bagni, anticamere della morte, tute protettive per il mercimonio della cultura seduta a cibarsi dei suoi miseri resti. Avanzi ovunque e specchi illuminanti avanzi. Avanzi/amo.

Booktrailer 4. Howl frammentato nella dipendenza, lampeggianti ambulanti scalfiscono il cielo notturno nelle allucinazioni neon sovrane, cuori che battono e sbattono fuori dai corpi come lampadine destinate ad estinguersi, occhi che esplorano corpi senza organi, occhi che scrutano e mutano e sondano cavità, bit che vagano nell’emisfero cerebrale, trasfigurazione, navigazione, autopsia di forme concettuali e atti extracorporali, occhi aperti/chiusi in lamette visive che grattano superfici molli. E’ il tramonto. E’ l’Estinzione. E’ l’oblio. È il ricordo di un io altrove in forma teatrodrammatica “Foravo il tempo con lo sguardo, incapace di capovolgersi in quel preciso momento” ….. “Chi ero? Ora e allora. Chi eravate? Chi siete?”

__

William Dollace

Author: William Dollace

William Dollace nasce nel 1979. Collabora quale redattore con la corrente degli “Alieni Metropolitani” e UZAK, rivista trimestrale di cinematografia. Collabora quale Business Writer per BalenaLab e ha collaborato con Archivio Kubrick. Nel 2010 ha pubblicato "Delirio Cinefilo" (358 pag.) per Casini Editore - Roma, recensito da Tommaso Pincio su Rolling Stone. La rivista Carmilla On Line ha pubblicato alcuni suoi pezzi con un'introduzione di Giuseppe Genna.

Share This Post On
  • Google

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *