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Speciale Thomas Pynchon

Con la fine di Maggio gli Alieni Metropolitani dedicano la loro attenzione ad uno dei più importanti autori della letteratura Postmoderna: Thomas Pynchon. Considerato da molti un genio innovatore, da altri un giocoliere di storie artatamente inutili e incomprensibili, Pynchon rimane un unicum del panorama letterario occidentale, tanto per il suo stile, quanto per l’inaspettato e improvviso successo ottenuto con V. che lo ha subito battezzato maestro.

Anche nella vita Pynchon rimane coerente all’alienazione postmoderna, negandosi totalmente agli occhi dei lettori e del mondo.

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Thomas Ruggles Pynchon Jr. è nato nella località di Glen Cove, Contea di Nassau, sull’isola di Long Island.

La famiglia di Thomas Pynchon risiede in America dai primi del Seicento e uno dei suoi antenati entrò in polemica con Nathaniel Hawthorne perché quest’ultimo, secondo il signor Pynchon, aveva diffamato la sua famiglia nel romanzo La casa dei sette abbaini (Hawthorne aveva usato il cognome dei Pynchon perché aveva creduto – erroneamente – che quella vecchia famiglia delNew England fosse ormai estinta).

Thomas Pynchon si è arruolato in Marina, dopo avere abbandonato gli studi (con specializzazione in fisica) alla Cornell University, nella cui rivista ha pubblicato il suo primo racconto, The Small Rain, nel 1959. A Cornell si sospetta che Pynchon abbia seguito le lezioni dello scrittore russo-americano Vladimir Nabokov.

L’esordio è essenzialmente costituito da racconti, che lo stesso Pynchon ha via via demolito in pubbliche dichiarazioni scritte, e che sono raccolti in Entropia e altri racconti (E/O). Nel 1963tuttavia esce il suo primo romanzo, V., che conquista immediatamente i favori della critica. Al suo primo libro, Pynchon è già un maestro riconosciuto.

Considerato uno dei massimi rappresentanti della letteratura postmoderna, Pynchon è stato spesso criticato (e rifiutato) come autore meta-letterario che gioca con storie inverosimili e grottesche, affollate di centinaia di personaggi di cartapesta, e inutilmente complicate da un fuoco d’artificio di riferimenti a fatti storici inventati e luoghi immaginari. Pynchon è stato quindi criticato come giocoliere della letteratura, interessato più a sbalordire il lettore che a raccontare una storia che valga la pena di leggere, o ad affrontare temi seri e importanti.

Altri critici hanno ribattutto che in effetti Pynchon ha manifestato in tutta la sua opera un estremo interesse per personaggi, fatti, luoghi, epoche, e anche tecnologie dimenticate, quella che viene chiamata la poetica del “preterito”. Mentre la cultura degli Stati Uniti, specie quella di massa, ha sempre venerato il vincitore, il ricco, l’uomo di successo, l’uomo eccezionale, ecc., Pynchon si è deliberatamente dedicato a raccontare le storie dimenticate, scartate, censurate, rimosse; a parlare per gli sconfitti, i perdenti, i sommersi dalla storia.

Un esempio interessante è quello degli Herero, popolo africano sottoposto a una spietata guerra di sterminio in Namibia nel 1904, a opera dell’esercito imperiale tedesco comandato dal generale Von Trotha. Questo eccidio dimenticato, ma realmente avvenuto (e causa attualmente di una controversia internazionale, perché i discendenti degli Herero scampati alla strage e ai campi di concentramento tedeschi hanno chiesto un risarcimento alla Germania), è stato raccontato da Pynchon nel 1963 in un capitolo del suo primo romanzo, V.. Per molti lettori di Pynchon la storia degli Herero era completamente sconosciuta, e poteva sembrare una delle invenzioni dello scrittore: ma Pynchon in realtà ha narrato questa tragedia evidentemente basandosi su documenti storici, e ricostruendola con un’impressionante partecipazione emotiva (vedasi la voce relativa all’Africa Tedesca del Sud-Ovest).

In realtà Pynchon racconta molto spesso storie vere che sembrano finte e storie finte che sembrano vere: ma lo fa in modo tale che al lettore non distratto sia sempre possibile ricostruire le cose come sono andate, semplicemente documentandosi. Insomma, Pynchon sembra voler ricordare sempre ai suoi lettori che stanno leggendo un romanzo, non un saggio storico, ma che il romanziere può approfittare del lavoro degli storici per costruire i suoi mondi, in modo tale da mantenere viva la memoria dei “preteriti”.

Lo specchio di Pynchon, insomma, è incrinato; in modo tale da ricordarci sempre che di uno specchio si tratta, non del mondo “reale”.

Attualmente Pynchon, invisibile agli occhi del mondo intero, frequenta soltanto Don DeLillo, non ritira i premi e vincola l’editore al riserbo assoluto sulla sua identità. Una delle poche cose che si sanno della sua vita privata è che sua moglie è l’importante agente letterario Melanie Jackson (rappresentante di alcuni giovani autori americani promettenti come Matt Ruff e Rick Moody).

Alcuni ritengono che questa strategia sia mirata a stuzzicare la curiosità del pubblico, costruendo in tal modo una vera e propria leggenda attorno allo scrittore di Glen Cove. Alcune dicerie supporterebbero questa ipotesi, come la sua supposta partecipazione a uno o più album dei Residents e di fatto gli appassionati dei Simpsons hanno avuto la possibilità di ascoltare la voce di Pynchon, apparso (ma disegnato con un sacchetto di carta a nasconderne il volto) in due degli episodi della serie, doppiato da sé stesso.

Secondo altri interpreti però la scelta di Pynchon di non apparire in televisione, di non parlare alla radio, di non lasciarsi fotografare e di non rilasciare interviste fa parte della propria strategia testuale: Pynchon vuole parlare coi suoi lettori solo attraverso i suoi romanzi, e le rare introduzioni che ha scritto (come quella alla riedizione di 1984 di George Orwell). Nei suoi libri spesso sono presenti battute e allusioni a discussioni critiche sulla sua narrativa.

Author: Alieni Metropolitani

Gli Alieni Metropolitani non cercano soluzioni. A volte ne trovano… é irrilevante. Appartengono alla Società e con sguardo consapevole ne colgono l’inconsistenza. Non sono accomunati da ideologia, religione o stile di vita ma da una medesima percezione del mondo. Accettano i riti della vita, riuscendone a provare imbarazzo. Scrivere! Una reazione creativa alla sterile inconsistenza del mondo.

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