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Alcune considerazioni di Giorgio Michelangelo Fabbrucci

Amici è tempo di rinnovare i locali e stiamo svendendo tutti i nostri silenziosi Ubik elettrici a prezzi davvero imbattibili! Sì, abbiamo buttato via il listino prezzi! E ricordatevi: ogni Ubik della nostra fornitura è stato usato seguendo scrupolosamente le istruzioni.

Finito il libro l’ho voluto nascondere. Deluso e un po’ nauseato, non l’ho inserito tra i testi belli della mia piccola biblioteca. L’ho celato nella seconda fila di uno scaffale anonimo (di quelli che stanno in alto e che devi prendere una sedia e salirci sopra per andare a recuperare un romanzo) dove conservo il minestrone di testi fantastici della mia adolescenza.

Allora perché continuo a pensare a Ubik? Perché lo cerco in rete, arrivando persino a scaricarne la prima copertina dell’edizione americana (1969) per il fondo schermo del mio iPhone?

Evidentemente in Ubik vi è molto di più di un romanzo. Contiene una profonda seppur confusa somma di riflessioni, impressioni e considerazioni sul significato della vita che, per quanto possiate considerare il testo eccessivamente paranoico e tutto sommato neppure ben scritto, non ve lo toglierete mai più di dosso.

CONTESTO SCI FI

‘Non posso partecipare alla gara di assaggi, Helen; ho lo stomaco sottosopra.’ – ‘Ti preparo un Ubik! Ubik ti rimette subito in sesto’. Preso secondo le istruzioni, Ubik dà sollievo alla testa e allo stomaco. Ricordate: Ubik è pronto in pochi secondi. Evitare l’uso prolungato.

Alcune dritte per orientarsi nel contesto fantascientifico e postmoderno che Philip Dick ha costruito per Ubik:

1) Domotica a pagamento. Ogni spazio, ogni servizio, ogni casa è gestita dalle macchine. Desiderate farvi una doccia? “Inserire una moneta perfavore”; volete aprire la porta di casa? “Inserire una monetina per favore”; volete un caffè al bar? “Inserire una monetina per favore”.

2) Viaggi Interplanetari. Ehi amico che ne dici di andare sulla luna a fare un po’ di spionaggio industriale? – Ok, va bene. Ma quanto ci mettiamo? – Qualche ora e siamo arrivati! – .

3) La Semi-Vita. La scienza ha fatto passi da giganti! E’ possibile congelare un uomo morto (ma ancora caldo), mantenendolo in uno stato purgatoriale, finalizzato ad una comunicazione telefonica con i suoi cari non ancora estinti, grazie alla fantastica scoperta dei Protofasoni.

Dritta nel suo feretro trasparente, prigioniera di un effluvio di nebbia ghiacciata, Ella Runciter giaceva con gli occhi chiusi, le mani alzate eternamente verso il volto impassibile. Erano passati tre anni dall’ultima volta che aveva visto Ella, e naturalmente lei non era cambiata. Non sarebbe più cambiata, ora, almeno non nel suo aspetto esteriore. Ma a ogni resurrezione dalla semi-vita attiva [...] ella moriva in una certa misura.

4) Poteri Psionici. Hai sentito di quella ragazza che riesce a modificare il passato? Forse si chiamava Pat, ed era anche molto attraente. Per non parlare di quell’altro che riesce a leggere la mente o di quell’altro ancora che prevede il futuro… cosa? Beh si, è vero: in realtà ne è pieno il mondo di Precognitivi. Si ma non ti preocuppare che la Natura non sbaglia mai! Ci sono anche quelli che li bloccano. Come si chiamano? Inerziali. Vedi, sembra incredibile, ma ci stiamo ancora evolvendo!

5) Organizzazioni di Prudenza. ‘Ho paura che Hollis, quel bastardo, abbia mandato dei telepati per spiare i nostri piani aziendali. Cosa posso fare?’ – ‘Guarda… chiama la Runciter Associates. E’ la migliore organizzazione di prudenza a parer mio. Ha degli inerziali davvero efficaci ed efficienti.  Vedrai! I telepati o i precog di Hollis si sentiranno dei vermi inutili’.

TRAMA?

Mettete il saporito Ubik nel vostro tostapane. Prodotto solo con frutta fresca e sani grassi vegetali. Ubik trasforma la colazione in una festa: ogni boccone è una nuova sensazione! Innocuo se usato secondo le istruzioni.

Joe Chip è lo squattrinato anti-eroe di questo romanzo. Lavora per Glen Runciter, suo amato capo, archetipo del capitalismo vecchio stampo, tutto sommato dal volto buono ed onesto. Un bel giorno Joe incontra Pat, una ragazza che sa modificare il passato, e la presenta in azienda. Quale coincidenza più fortunata! Proprio adesso che una prestanome di Ray Hollis ci ha offerto un lavoro davvero speciale.
Così la squadra parte. I migliori telepati, precog e inerziali sul mercato si preparano a sbarcare su  Luna, per difendere i piani aziendali di un magnate dell’industria.
All’imporvviso scoppia una bomba. Un clone bomba, per la precisione. E qui la trama salta. Esplode. Sarà un susserguirsi di colpi di scena dove perderete completamente l’orientamento. Io ne sono rimasto infastidito dall’inizio alla fine. Ma quando ho chiuso il libro ho iniziato a pensare. A riflettere. Chi è davvero vivo? Chi è morto? Cos’é davvero Ubik? Quanti significati ha? Ma sta in piedi questa storia? Se non mi convince perché mi ha così colpito? Forse Dick ha centrato davvero l’obiettivo.

ALTRE CONSIDERAZIONI

In Ubik c’è così tanto Philip Dick da farne indigestione. Joe Chip, nella sua disperata esistenza priva di denaro, diviso tra donne dal passato oscuro, pur sempre pronto a dare una mano, se non addirittura a sacrificarsi per il gruppo, ci ricorda il Philip Dick di San Francisco. Quello che per scrivere di fantascienza mangiava cibo per cani; quello che ospitava barboni, giovani e drogati di ogni sorta in quella casa che sembra più una comune che altro.

Nelle Organizzazioni di prudenza c’é la mitomania, il senso di persecuzione che Dick aveva per l’FBI ed i servizi segreti. La sensazione di non essere mai in una condizione privata, la certezza di essere spiato costantemente, di essere seguito. Dirà un giorno Dick all’agente William Sullivan dell’FBI di essere vittima di una cospirazione che va dalla CIA all’Unione Sovietica.

Di anfetamina ce n’è in dosi massicce. Inutile che mi dilunghi. Certe situazioni, da sobri, è impossibile anche solo immaginarle.

Poi c’é Ubik, che è il prodotto che sopravvive alla morte; che anche nella semi vita può aiutarti a sentirti come nuovo. L’ubiquo. L’unico Quid che salva, oppure danna l’uomo tanto nell’esistenza quanto nella morte. La pubblicità che forse altro non è che la metafisica della nostra disperata speranza di dare un senso positivo ad una vita figlia di un Dio minore.
E poi c’é lo Gnosticismo. L’idea che questo mondo sia stato creato da una divinità inferiore (un eone, usando il vocabolario gnostico) che ha plasmato la materia e l’uomo quasi per dispetto. Un demiurgo tiranno, che ci perseguita e dal quale forse non si può sfuggire neanche morendo.

L’EDIZIONE

Ho letto Ubik di Philip Dick nell’edizione Fanucci, collana TIF EXTRA. Senza retorica, un’edizione molto bella, curata e accessibile a tutti (€6,90). Arricchita da un’introduzione ricca e colta di Carlo Pagetti.

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twitter@Alienimetropoli
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