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Scritti di viaggio, di combattimento e di sogno – Antonio Moresco

Per lo Speciale Antonio Moresco, Emanuele Mannocci


 

C’è un che di Goya e della brutalità del suo Saturno in queste pagine, quasi dantesche nella loro indifferenza per coloro la cui “cieca vita è tanto bassa, che ‘nvidiosi son d’ogne altra sorte”. Questi scritti di viaggio, di esilio intellettuale ed incubo reale, affini alle Pinturas negras realizzate nella sala da pranzo del pittore, portano la vana? pretesa di distogliere le menti dalla distrazione imperitura che ci occupa, o addirittura di fermare tutto, bloccando ogni pensiero sulle atrocità da cui siamo accerchiati, inquadrati, triangolati.

Com’è possibile che lo spettacolo vada avanti, si chiede uno stupito Moresco nei suoi viaggi; nei giorni del terrorismo ceceno nella derelitta Russia post-comunista, nel collassato Sud America distrutto dalla scuola di Chicago, o nell’ignava Italia, vittima di una classe politica fine a sé stessa. Come possiamo danzare, festeggiare o ritirarci in clausure prive d’ardore? Come si può non vedere fra gli ombelichi latini la miseria legalizzata da un sistema economico criminale? Non vedere i desaparecidos in caduta libera da un cielo fin troppo sereno? Non solo grazie a telenovelas ed illusioni democratiche, ma a causa dell’amore, si risponde Moresco. Le famiglie, borghesi e non, sono i migliori alleati dei potenti, del “male”, nel loro voler vivere al di sopra, al di fuori, al sicuro, in una società dell’intrattenimento ad ogni costo, di ogni costo, ove anche la letteratura è merce o, come Simenon, sicurezza.

Perciò, specialmente nel discorso per il convegno di Mosca “Ripensare la modernità”, qui dentro il lettore dovrebbe vedervi più di un semplice espediente letterario, di una prova di stile; nelle righe l’allegoria dovrebbe divenir cronaca e, nonostante i vantaggi evolutivi dell’ottimismo cieco e della “memoria corta” siano provati, buona parte del sogno dell’autore consiste nel fissare l’orrore, faccia a faccia, senza filtri, senza veli, razionalizzarlo, combatterlo sostituendovi progetti inediti, estranei a processi con certezza stimati iniqui. Se ciò non accadrà, nei futuri possibili ci troveremo a leggere l’ennesimo simil-Moresco, tacciandolo di scarsa originalità, di vetusta oscenità, di essere uno scrittore disco-rotto, solipsista, e protetti in trincee ben arredate ripeteremo sazi: niente di nuovo sul fronte letterario. Come fosse questo il punto.

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[email protected] / twitter @alienimetropoli

Author: Alieni Metropolitani

Gli Alieni Metropolitani non cercano soluzioni. A volte ne trovano… é irrilevante. Appartengono alla Società e con sguardo consapevole ne colgono l’inconsistenza. Non sono accomunati da ideologia, religione o stile di vita ma da una medesima percezione del mondo. Accettano i riti della vita, riuscendone a provare imbarazzo. Scrivere! Una reazione creativa alla sterile inconsistenza del mondo.

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