Un racconto di Emanuele Mannocci
L’altro giorno, in vacanza, mentre prendevo il sole su Solaris, è apparsa nel mare una bottiglia di Coca Cola. Era leggera, e dopo la delusione di scoprirla vuota, mi sono sorpreso contenesse un messaggio:
Sono stanco di giochi di società per azioni in paesi dei balocchi pieni di giochi di potere fare solo quello che ci fanno leggere nei quotidiani ruoli da recitare a memoria storica.
Stanco di immacolate concezioni anticoncezionali conciate come pelli da indossare in sfilate, parate, come un rigore invernale che ghiaccia le tubature e fa morire di sete di vendetta.
Stanco di lumi della ragione e sentimento, artificiali intelligenze di servizio stampa con inchiostro ricondizionato da interessi di banche e banchi di scuola dell’obbligo di fare ciò che si legge è uguale per tutti nei saggi letti da rifare.
Stanco di vedere solo attraverso lenti moti di spirito santo, sepolcro di curiosità che uccidono gatti delle nevi disciolte da combustibili fossili di ere post-precambriane e pre-cambiali da pagare a chi ha titoli al portatore sano di morte violenta.
Stanco di contribuire a pensioni a quattro stelle cadenti con sacrifici a dee e dei, piatti, sporchi, da rigovernare.
Stanco di teste sulle spalle costantemente testate, nucleari, di teste coronate di sogni collettivi, re, attori, regine con teste fra le nuvole a forma d’isole con teste di Rapa Nui.
Stanco di terroristi turbati da turbanti che cantano Mina antiuomo mentre servono bombe farcite di bulloni e vite degli altri in locali affollati di stranieri folli a volerli cambiare.
Sono stanco di loro, di oro, gioielli e collane in edicole piene di martiri ed extravergini in frantoi affrante e con in braccio bambini che il vento Erode.
Sono stanco, stanco di dover riposare.
Caspita, un cosmonaufrago così polemico non mi era mai capitato, così presa carta, penna, mosso da spirito caritatevole ho affidato la mia risposta alle correnti:
Non sia stanco, piuttosto venga qua in spiaggia con noi.
Ci sono castelli di sabbia, case sulla roccia. Può abbronzarsi, sbronzarsi, trattenere il respiro sott’acqua o rimanere senza fiato davanti a cattedrali barocche. Potrà accendere un mutuo, sereno, variabile, pagare un televisore a rate steso su un divano che pagherà nel 2067.
Le garantisco qua non ci sono guerre, siamo tutti benestanti ed è un paese democratico. Non controllano nemmeno il permesso di soggiorno.
Potrà fare, shopping, zapping, potrà esser preso in partito o andare a vedere una partita di droga allo stadio grezzo.
Che aspetta! Le offro un aperitivo e andiamo insieme a fare una vasca in centro. Insomma venga, la aspettiamo!
Pertanto, mentre scorrevano le vacanze, mi chiedevo se la bottiglia fosse arrivata, se l’avesse stappata, se ne avesse bevuto il contenuto.
Fantasticando e immaginando possibili risposte, Grazie di cuore per il suo aiuto!, Verrò subito a trovarla!, Arrivo, a presto!, non ero certo pronto per quello che vi trovai:
Sono stanco di te.
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