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L’elezione postmoderna

racconto proposto e scritto da  Tristram M.Lipschitz

 

− Cosa l’ha spinta qui?

− Ho realizzato di trovarmi nell’età del pompino. Cioè: l’età contemporanea è finita.

− Mi sa dire anche le caratteristiche salienti?

− Ideologie femministe, bisessualità ossessiva e, credo, crescente numero di musulmani nel mondo.

− Ancora religione?

− Ne ho una a casa, di musulmana. Credo sia l’altro il terzo lato della medaglia.

− Pensa veramente di poterci aiutare?

− Le feste di capodanno non sono mai un granché. Con queste premesse lo scopo della vita non può essere tanto migliore.

− Lei potrebbe organizzare una festa divertente?

− Potrei.

− Non mi ha saputo convincere.

− Voglio dire, per ora non riesco neanche a convincere uno per strada a farmi fare una chiamata con il suo cellulare. Vorrei proprio sapere come ha fatto Hitler ha convincere tanta gente a uccidere un popolo intero.

− Non le lasceremo organizzare l’evento. Non le dico neanche che ci faremo sentire.

− Dovrei riuscire ad accertarlo.

Fuori ebbe una sensazione bellissima: l’aria della città gli sembrava profumare di, beh, merda. Ne ispirò comunque fino alla nausea.

 

− Il mondo è pieno di segaioli annoiati.

− Cosa è successo?

− Non li ho convinti. Non mi faranno organizzare il capodanno.

− Hai raccontato quella cosa che l’età contemporanea è finita.

− Già.

Iniziò a togliersi i vestiti mentre lei lo guardava.

− Ti sei depilato il pube?

− Anche te mi pare.

−  Se c’è una cosa buona dell’Islam, quella è la liberalizzazione della depilazione inguinale femminile.

− Non mi parlare di religione. Non adesso.

 

− Vedi, cara, tutto dipende da come ti senti nei confronti del tuo buco del culo. Se l’anima ha una sede fisica, è su per il culo. È lì che passa tutto. Ti prego, devi essere rivoluzionaria.

− Te lo ripeto: non mi va.

Certe volte, quando poi si risolvevano tutti i problemi, si commuoveva per la gioia.

 

Poi pensava che il cento per cento degli esseri umani muore per incidenti sul lavoro: la prevenzione ha fallito miseramente. Quella della vita è un’illusione che va perpetrata: guai ad accorgersi che non siamo vivi ma, semplicemente, momentaneamente vivi. Probabilmente non avremo neanche più diritto ad un’assicurazione sulla vita, un rimborso spese per la nostra famiglia, i viaggi in treno gratis. Se hai un campo, tuo figlio finirà per lavorare lì. Se hai un’azienda, tuo figlio ne diventerà il manager.

La vita eterna non è per le persone, è per gli oggetti. Continueremo in eterno a produrre orologi, lettori multimediali, canestri di frutta, buste di plastica. Ricicleremo la carta in eterno, apponendo un’apposita etichetta. Continueremo a surgelare cibi, a pulirci il culo con gli stessi rotoli di carta, a soffiarci il naso con un fazzoletto di seta. Continueremo a scrivere calendari, a cambiare l’ordine dei Santi nel mese, a buttare petrolio nel mare e a coniare monete con lo stesso metallo, cambiandogli nome. Faremo queste cose per sentirci vivi, per assorbire un po’ di vita eterna dal cartone del latte. Tutto quello che possiamo provare è invidia: inquiniamo per invidia. Dobbiamo mangiare sacchi di plastica fino a morire, diventare tutt’uno con il mondo inorganico e sperare che in questo stato la scienza possa farci tutti risorgere. Dobbiamo morire per uscire dall’inganno.

− Cosa c’è che non va?

− No niente.

− Lo so che c’è qualcosa che non va.

− È che non l’ho mandata giù, questa storia che non mi fanno organizzare il capodanno.

− Tesoro, io ho un problema più grande. Non riesco a fare la piscia sulle montagne. Le montagne mi ricordano il monte Sinai. È più forte di me: quando sono su una montagna mi vengono i brividi: mi ricordano Dio e Mosè.

− Quando lo hai scoperto?

− Sono stata fuori questo finesettimana, dai miei, in montagna.

− E io dove ero?

− Credo fossi con me, ma non ne sono sicura.

 

Si vide nudo e lo gridò sottovoce: il segreto della vita non è l’atomo. Non resistette e si mise a piangere davanti allo specchio, battendo i pugni sulla maiolica.

Poi tornò in camera da letto e lei dormiva. Sotto le lenzuola si mise a pensare alle solite cose. Detergenti, detergenti per unghie, smalti. Colle, collanti. Collants. Mutande, perizomi e perizomi per uomo. Lettori cd, stereo, musicassette. Album digitali, libri, riviste. Riviste per giardinaggio, hobby monouso, vacanze e centri commerciali, commercio eco-solidale. Combustibili. Combustibili fossili, batterie alcaline e batterie ricaricabili. Valige, zaini. Valige con rotelle, in pelle, in finta pelle. Trolley da viaggio e borse per palestre. Fitness. Voli scontati, voli last minute, voli low-cost. Prodotti dietetici: dieta a zone, diete da viaggio, diete per aumentare l’igiene orale. Igiene orale: spazzolino, spazzolino elettrico, dentifricio, dentifricio sbiancante, dentifricio antibatterico, colluttorio, colluttorio antiplacca.

 


Author: Alieni Metropolitani

Gli Alieni Metropolitani non cercano soluzioni. A volte ne trovano… é irrilevante. Appartengono alla Società e con sguardo consapevole ne colgono l’inconsistenza. Non sono accomunati da ideologia, religione o stile di vita ma da una medesima percezione del mondo. Accettano i riti della vita, riuscendone a provare imbarazzo. Scrivere! Una reazione creativa alla sterile inconsistenza del mondo.

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2 Comments

  1. inutilmente volgare secondo me ma de gustibus…

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  2. Volutamente volgare. Per onore del titolo.

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