invia il tuo racconto inedito

Brevi Interviste con Uomini Schifosi – David Foster Wallace

Recensione di Marco La Terra

Nell’approcciarmi a recensire “Brevi interviste con uomini schifosi” del fu David Foster Wallace non posso celarvi una certa “ansia da prestazione”.

Nei mesi scorsi, proprio sulle pagine di raccontopostmoderno.com si è accesa una vivace diatriba tra Wallaciani convinti ed altri scrittori, che definirei A-wallaciani più che Antiwallaciani: al di là delle etichette formali che vogliamo attribuire ai contendenti sul campo, è innegabile che quest’autore, ancor più da morto che da vivo (il suicidio presenta un fascino postumo non indifferente) abbia raccolto intorno a sé schiere di seguaci, alcune delle quali pericolosamente vicine al fanatismo.

Ecco dunque che uno scrittore come me, totalmente avulso da faziose scelte di campo e fervido sostenitore del proprio intimismo mentale, spesso staccato da rigide etichettature, possa decidere di limitarsi ad una lettura attenta e approfondita di questo romanzo.

Una volta ‘attratto’ nella realtà di un libro, poco mi importa di contrapposizioni più generali, spesso sterili e ridondanti: preferisco parlare di un libro in sé, e del valore che ha assunto nel leggerlo, dal mio punto di vista.

Veniamo dunque a Brevi Interviste.

Per amore della verità debbo confessarvi che, all’interno di questi venti racconti, mi sono ritrovato in qualche personaggio tratteggiato da Wallace.

Che sia anche io un “uomo schifoso”, sotto certi aspetti?

A sminuire la portata di un’eventuale risposta affermativa, giunge in mio soccorso una semplice riflessione, che emerge icto oculi dalla lettura del libro: parecchie situazioni descritte da Wallace, pur con termini e contesti parzialmente difformi, sono state vissute pressoché dal 99% dell’universo maschile.

Mi rivolgo a voi, signori uomini.

Alzi la mano chi non ha mai assunto almeno uno di questi comportamenti: 1) Impietosire una donna per indurla a concedere i propri piaceri sessuali; 2) Fingere comprensione nei riguardi di una donna per ‘estorcerle’ i piaceri di cui sopra; 3) Inventare bugie assai ben raccontate per scaricare la propria donna, all’interno di una situazione sfuggita di mano.

Questo semplice esempio per dire che, al di là dell’essere Wallaciani o no, all’interno di questa raccolta di racconti l’autore riesce a scandagliare le pieghe più intime, fragili e ancestrali dell’animo umano (non abbiano paura le signore donne, ce n’è anche per loro) e a farle esplodere nelle loro manifestazioni più violente e grottesche, perché autentiche. I personaggi descritti da Wallace sono ‘estremi’ (come il suo stile letterario, evidente indice di una psiche geniale ma sofferente) così come radicali, ed incontaminati, sono i pensieri e le azioni che li caratterizzano.

Non è scritto da nessuna parte che le fragilità e le debolezze umane non possano essere venate di cattiveria o cinismo. Attraverso un’attenta analisi psichica, e sociologica, Wallace ci dimostra il contrario: viviamo in un mondo malato e corrotto, e gli uomini schifosi descritti in questo libro rappresentano la cartina al tornasole di questo mondo, un cancro inestirpabile idoneo a sovvertire l’universo etico sin qui condiviso, in generale. Il pregresso ordine sociale si trova in una situazione di graduale disfacimento, e le situazioni descritte in Brevi interviste indicano la strada verso cui questo malessere universale sta conducendo, inesorabilmente.

Un romanzo inquietante e geniale, che fa riflettere, sorridere e preoccupare: un contrasto di emozioni all’interno di un quadro esistenziale dove il lettore, nel proprio piccolo, si ritroverà, percependo nel proprio animo una punta di smarrimento, legato ad inconfessabili segreti del passato.

Che vi piaccia o no, Brevi interviste coinvolge tutti noi.

Un libro anarchico e tormentato, che consiglio di leggere per amore della verità, nei riguardi di sé stessi: nessuna chiesa, nessun bacherozzo sconosciuto, vestito di nero, pronto a emendare il vostro animo da tutti i peccati commessi. Vi basta questo romanzo, e una buona dose di onestà intellettuale: avrete coraggio?

[email protected]

___

Scopri lo speciale David Foster Wallace! Clicca Qui

Author: Marco La Terra

Marco La Terra, classe 1977, vive il senso di alienità dell’epoca infausta in cui è recluso in modo viscerale e sofferente, cercando di rintracciare in tutto ciò che è “altro da sé” una forma spuria di logica superiore.

Share This Post On
  • Google

7 Comments

  1. Per quanto Wallace non mi entusiasmi, non solo ho fatto le tre cose elencate in recensione, ma anche molto peggio. In effetti sono aspetti (quasi) incoffessabili, e interessanti da scandagliare.
    Devo ammetterlo.

    Post a Reply
  2. Beh Onofrio, ti confesso (visto che siamo in vena di confessioni) che quest’opera di Wallace risulta molto sfaccettata e poliedrica nell’analisi introspettiva della realtà (post)moderna, e te ne consiglio la lettura!

    Post a Reply
  3. In ogni caso, l’umanitá con cui tratteggia gli aspetti inconfessabili di ognuno di noi, mi sorprende sempre e mi pare la grande ( e inarrivabile) qualitá di DFW.
    Poco proiettivo e molto introiettivo, sono pochi quelli che lo fanno e sanno farlo bene. Lui é uno di questi.
    La descrizione del Festival del prono in Considera l’aragosta non é un esempio lampante.

    Sono felice di aver scoperto questo blog.
    A presto

    Post a Reply
  4. Da qualunque angolazione lo si voglia riprendere, DFW è smpre colui che ci parla (ambiguamente) del suo pensiero più profondo, e cioè: “Fiction’s about what is to be fucking human being”. Un’anima grandissima che rifiuta di lasciarci un messaggio di disperazione, pur pagando in prima persona gli irrisolvibili dubbi sulla “normalità” degli esseri umani.
    Gli dobbiamo tanto. Davvero.

    Post a Reply
    • Grazie @enricobrega per questo commento. Davvero una perfetta sintesi della poetica di dfw che di certo sarà utile a molti di coloro che, da qui, avvicineranno l’Autore per la prima volta.

      Post a Reply
  5. Ritengo Wallace uno degli scrittori più autorevoli, ma anche coerenti, degli ultimi 20 anni. Può apparire trasgressivo e certamente lo è, ma la sua impostazione rimane all’interno di una visione tradizionale della letteratura. Egli però cerca nella società elementi di ispirazione, come la matematica, la teoria della complessità, l’arte post-moderna.

    Post a Reply
    • La televisione ma anche la dipendenza, in tutte le sue forme, in primis. E grazie a questa ha creato una manciata di capolavori che non dimenticheremo mai.

      Post a Reply

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *