Una recensione di Marco Arcieri

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Letto in un pomeriggio di festa, questo romanzo di Teodorovici edito dalla casa editrice Aisara, mi ha ricordato molte cose, tutte gradevoli. Un piccolo remainder letterario, insomma.
Da un lato la narrazione continuamene interrotta e riferita a versi di canzoni pop a tenere il segno della modernità. Dall’altro i labirinti della storia narrata dal protagonista, che molto mi hanno portato con la mente a Camus e al suo Straniero.
Un narratore di razza Lucian Dan Teodorovici, che non solo ha scritto un gran bel romanzo ma che dimostra tra le righe la sua profonda conoscenza della letteratura europea e d’oltre oceano. Adottando uno stile in parte scanzonato in parte profondo e tipicamente slavo (alcuni tratti culturali non possono che emergere in un racconto così esteso. Un buon riferimento potrebbe essere Ismail Kadarè, per i lettori più smaliziati e meno sciovinisti), questo autore vi porterà al profondo della coscienza di un popolo.
Ma lo farà soprattutto con una magistrale adozione del linguaggio, del dialogo, gradita a lettori esigenti.
La tecnica di Teodorovici è imperniata sulla conversazione, eretta a sistema di narrazione.
Un sistema che permette di entrare in contatto con personaggi diversi, molto diversi tra loro, ed al contempo familiari.
E se si usa questa tecnica essenziale è la credibilità. Se si impernia un romanzo intero sulla tecnica della conversazione, i dialoghi dei personaggi devono apparire credibili e realistici.
In questo mi ha impressionato Teodorovici, capace nonostante una relativamente giovane età, di una narrazione matura che presuppone una grande conoscenza del mondo, della vita, della gente.
E questo talento non è da tutti. Non tutti gli scrittori, per quanto bravi, talentuosi o accattivanti, sono capaci di far filtrare tra le loro pagine la vita stessa, così come è, nella forma delle situazioni di sartriana memoria. E Teodorovici ci riesce.
Non smetterò mai di raccomandare la lettura di libri e autori che per i motivi più vari e spesso biecamente commerciali non vengono messi in grado di elevare la loro voce. Per fortuna, nel caso di Teodorovici, la casa editrice Aisara si è posta l’obiettivo di diffonderne la scrittura. E il mondo della letteratura ci ha indubbiamente guadagnato a riprova del fatto che le piccole case editrici rimangono essenziali baluardi della cultura di un paese.
Da leggere assolutamente da parte di tutti i lettori curiosi (e quindi intelligenti), amanti della narrativa contemporanea e della narrazione scintillante.
Bellissimo.
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3 comments
chicca says:
gen 19, 2012
ReplicaUna bella recensione che dice molto dell’autore e dello “stile” ma non dice nulla del “tema” del romanzo. Potete darmi qualche informazione in più a riguardo? Sono molto incuriosita. Grazie
M. Arcieri says:
gen 19, 2012
ReplicaCara Chicca,
Volutamente e’ stato marginalizzato il tema. Questo romanzo, come altri dello stesso tipo (non a caso ho citato lo straniero) hanno una trama scarna e si reggono sulle situazioni di vita e sui dialoghi. In ogni caso, questo racconto tratta delle esperienze di vita ordinaria del protagonista. Il matrimonio, le amicizie, i problemi della vita comune (con l’interesse per il lettore italiano di vedere con occhi diversi la vita in un altro paese). I fatti sono tutti collegati ma distinti per situazioni diverse e per periodi di tempo. Raccontarli in questa sede priverebbe il lettore attento alla trama del piacere di leggere il testo. Se sei incuriosita ti consiglio vivamente la lettura di questo romanzo in cui troverai un nuovo autore che se giustamente valorizzato potra’ dare altre prove importanti di scrittura. Mi permetto, se ti piacera’, di consigliarti per assonanza di stile un piccolo testo che ho letto proprio in questi giorni e che presto recensiro’ ossia Ieri della grande Agota Kristoff e che mi ha ricordato molto l’asciuttezza di quello cui noi ci riferiamo ora. Sono curioso di leggere le Tue impressioni.
Saluti
M. Arcieri
Chicca says:
gen 20, 2012
ReplicaGrazie infinite per l’approfondita risposta. Non mi resta che iniziare la mia lettura! A presto