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Musica Rock da Vittula – Mikael Niemi

una recensione di Michela Lupatini

 

Vittulajankka Pajala 2005: 1605 abitanti.
Vittulajankka Pajala 1960: Matti, Niila e pochi altri tra compagni di scuola e famigliari.

Alzi la mano chi di voi sa dove si trova Vittulajankka, la palude delle passere?
E’ un cucchiaio d’acqua paludosa, lì sei, lì stai ed anche se te ne vai tornerai.
Nessuna risposta ovviamente, neppure gli svedesi o i finlandesi lo sanno.

Ci troviamo nella terra di nessuno, l’estremo nord della Svezia oltre il confine del Circolo Polare Artico. Luogo dove il vento freddo invade visi, corpi, strade, penetra nelle ossa come nei ricordi.

Come si può vivere in un luogo tanto desolante quando si è bambini ed il massimo dell’eccitazione è il passaggio delle macchine asfaltatrici?
Trovando un amico anzi l’Amico della Vita, quello con cui condividere tutto gioie, dolori, segreti e passioni ma soprattutto scoperte.
Non aspettatevi il classico romanzo di formazione qui non ci sono classicismi giusto un pizzico di religione che fagocita ma nessun perbenismo, nessuna educazione, solo una cultura povera e tendenzialmente maschilista.
Cercate gli opposti, la voce di un popolo sconosciuto, né svedesi né finlandesi, non ricchi nè poveri, non ignoranti ma neppure colti.
Vengono dipinti personaggi grezzi, rudi eppure intrisi di forza viva.
Fatevi cullare dagli aspetti onirici della narrazione, ove il contatto con la natura, fantasioso e pragmatico, si mescola con i miti e le leggende lapponi ancora tramandate oralmente.
Vedrete un mondo raccontato con la purezza di uno sguardo infantile, curioso ed a volte indiscreto, che saprà usare parole leggere quasi tenere per descrivere momenti commoventi della propria vita.

Il Nord Europa che ci presenta l’autore non è lo scenario perfezionistico del mondo Ikea in cui ogni elemento si incastra perfettamente con l’altro.
È il ritratto di una società marginale, divisa tra comunismo e consumismo, dove diviene difficile sopravvivere.

È la visione di un popolo di frontiera senza una propria identità.

Assaporate questi venti racconti che narrano una crescita personale e sociale dopo esservi inebriati del profumo della nebbia, per me ricordo d’infanzia che si ripresenta ogni autunno.
Accompagnate la lettura con del the profumato di rhum o meglio ancora con un cicchetto ghiacciato di acquavite come nelle migliori feste svedesi e lasciatevi andare all’atmosfera intensa, viva ed intrisa di odori caratteristici, entro rappresentazioni oniriche di una natura selvaggia e primitiva ma, per la nostra cultura, oramai quasi inaccessibili.

Purtroppo.

Leggetelo, per ritornare all’innocenza primitiva, a ricordi primordiali sepolti nei meandri della vostra mente.

Leggetelo, non ve ne pentirete.

 

 

Author: Alieni Metropolitani

Gli Alieni Metropolitani non cercano soluzioni. A volte ne trovano… é irrilevante. Appartengono alla Società e con sguardo consapevole ne colgono l’inconsistenza. Non sono accomunati da ideologia, religione o stile di vita ma da una medesima percezione del mondo. Accettano i riti della vita, riuscendone a provare imbarazzo. Scrivere! Una reazione creativa alla sterile inconsistenza del mondo.

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2 Comments

  1. A me è piaciuto tanto questo libro … specialmente le prime pagine quando lui è solo e rimane con la lingua incollata ad un palo mi sembra! Bella recensione sig.na Lupatini

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  2. E’ un romanzo pressoché sconosciuto ai più.
    Proprio da quella scena, dalla lingua incollata ad una piastra votiva, iniziano i ricordi di Matti in un saliscendi di realtà e finzione sognante.
    Sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla capacità dello scrittore di rappresentare attraverso una serie di metafore la crescita dell’individuo sia nel corpo che nello spirito(vedi quando Matti rimane chiuso nella caldaia da bambino e ne esce adulto).

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