Alla domanda: ‘Perché mai a qualcuno dovrebbe importare della passione di uno scrittore per un altro scrittore?’, che magari potrebbe sorgere all’incauto visitatore occasionale della libreria, io mi rifiuterei di rispondere. In quale modo il libro di Jonathan Lethem incentrato su Philip Dick possa risultare una lettura esaltante è difficile da spiegare; ciò nondimeno, essendo questa una recensione al libro (di Lethem, non di Dick), ci proverò.
Credo che non ci sia nulla in grado di far appassionare un lettore a uno scrittore più di uno scrittore nei panni di un lettore. Insomma: io avevo una scarsa conoscenza di Philip Dick (avendo letto solo il libro da cui è stato tratto ‘Blade Runner’ e qualche suo racconto) ma grande curiosità per Lethem (l’ho recensito qui, ed ero possibilista). Leggendo Crazy friend, di un entusiasta Lethem su un (a dir suo) grandioso Dick ho verificato un duplice effetto: grande stima per Lethem e desiderio di aggredire l’opera omnia di Dick.
La saggistica letteraria è troppo spesso barbosa. In Italia lo è quasi sempre: ansia di citare, di rimpolpare la bibliografia, di usare perifrasi involute, quasi la tensione a non comunicare nulla. La critica statunitense, invece, la ‘non-fiction’, si sta evolvendo in maniera sempre più interessante: mette in discussione l’‘io’ dello scrivente, trasferisce sulla pagina le idiosincrasie dell’autore, si trasforma in un dialogo fra amici, acquista un tono informale, friendly, che invoglia la lettura. E quindi accade che un autore ci diventi familiare sempre più spesso attraverso la sua ‘non-fiction’, e che solo dopo arriviamo a non poter fare a meno di leggere tutto il resto, arrivando ai suoi racconti e romanzi. È questo il modo in cui la lettura diventa un’esperienza che va al di là dello scorrere delle pagine e si trasforma nella creazione di un universo di idee collegate per analogia, di riferimenti incrociati fra autori e storie. È questo il modo in cui la fruizione di un libro contribuisce alla costruzione dell’immaginario del lettore, della sua imprescindibile vita parallela.
Se dopo aver fatto conoscenza di Lethem attraverso un romanzo non lo amavo ancora, adesso la sua passione per Dick mi ha contagiata e sono più propensa a lasciarmi affascinare dai suoi racconti. Che in Crazy friend non mancano, nella seconda parte (‘fiction’, appunto).
Tutto questo se non vi basta che il libro sia pubblicato da minimum fax, che per me è già un sigillo di garanzia.
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una recensione di Carlotta Susca
J. Lethem, Crazy friend. Io e Philip K. Dick, minimum fax, 154 pp., 14 euro.
28 giugno 2011
Bellissimo libro e bellissima recensione. Grazie!